Apre in rialzo Piazza Affari con l’indice Mib. In calo lo spread e l’euro che poi risale

Ftse Mib in crescita dello 0,87% a 22.276 punti, euro in calo ma poi si attesta a 1,157 rispetto al dollaro. Spread tra btp e bund apre a 214 punti base. I mercati europei iniziano la mattinata in risalita dopo i ribassi dei giorni scorsi causa la guerra commerciale fra Usa e Cina

Borsa Piazza Affari

MILANO – Un martedì che apre in positivo a Piazza Affari, con il Ftse Mib che guadagna lo 0,8% grazie alle banche. In testa c’è Banco Bpm (+2,7%), che ha annunciato l’apertura della data room per lo smaltimento di altri 3,5 miliardi di sofferenze, seguita da Ubi (+2,5%), Bper (+2,6%), Unicredit (+2,1%) e Intesa (+1,6%). Bene anche Recordati (+1,8%), sulle ipotesi dell’acquisto da parte dei fondi Cvc di una quota di controllo. Sotto pressione invece Ferragamo, che cede il 6,6% dopo aver collocato sul mercato un pacchetto di azioni equivalenti al 3,5% del capitale. Piatta Autogrill, che ieri aveva corso spinta dalle indiscrezioni sull’intenzione di quotare l’americana HmsHost. Spread a 216 punti, contro i 217 della chiusura di ieri.

Spread tra btp e bund apre a 214 punti. Fluttua la moneta unica europea che ieri aveva subito un ribasso fino a quota 1,153 per poi risalire, cede lo 0,37% a 1,157 rispetto al dollaro.

Le parole di Draghi

Sulla moneta unica pesano le parole del presidente della Bce Draghi secondo cui l’istituto centrale sarà paziente prima di andare avanti con la stretta monetaria e la guerra commerciale fra Cina e Usa che fa affluire gli investitori sul dollaro quale bene rifugio.

Italia in recessione?

Il governo guidato da Macri, che ha provveduto a un rimpasto dell’esecutivo ha dovuto chiedere nelle scorse settimane l’aiuto dell’Fmi e avviare misure per contenere la spesa pubblica. Gli economisti ora prevedono che il paese possa cadere in recessione o rallentare fortemente la crescita a un +1,5% nel 2018.

Mercati europei

I mercati europei ‘reagiscono’ alle vendite. Dopo i ribassi dei giorni scorsi per i timori legati alla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina, i listini del Vecchio Continente rimbalzano e salgono tutti. Londra cresce di un punto percentuale, Madrid dello 0,98%, Milano dello 0,88% e Francoforte dello 0,4%. Euronext, in una nota, comunica di aver risolto i problemi che impedivano di pubblicare l’andamento degli indici delle Borse di Parigi, Lisbona e Bruxelles. Il listino francese avanza dello 0,18%. L’euro si mantiene in area 1,15 dollari. Lo spread tra btp e bund è in calo e si attesta sui 214 punti.

Borse europee

Aperture in crescita per le Borse europee, dopo la giornata di ribassi di ieri, per i timori di una guerra commerciale fra Usa e Cina. Francoforte ha avviato la seduta in rialzo dello 0,42% a quota 12.731 punti, e Milano dello 0,87% a 22.276 punti. Bene anche Madrid, con un guadagno dello 0,82%, e Londra che, dopo i primi scambi, sale dello 0,8%.

Borse asiatiche

Dopo il tonfo di ieri, legato ai timori di una guerra a colpi di dazi fra Stati Uniti e Cina, le Borse asiatiche reagiscono e crescono. Anche i futures indicano aperture in rialzo sia per le Piazze europee sia per Wall Street. Secondo alcuni osservatori, i mercati rimbalzano ritenendo eccessive le perdite dei giorni scorsi. Tokyo ha guadagnato l’1,24% a 22555 punti e sono in crescita le Piazze cinesi, malgrado gli annunci del presidente americano Donald Trump. Shanghai guadagna lo 0,54% e Shenzhen l’1,5%, mentre Hong Kong sale dell’1,1%. Bene anche Seul (+1%) e Sidney (+1%).

L’indice Composite di Shanghai segna nelle prime battute un calo dello 0,61%, a 2.889,98 punti, mentre quello di Shenzhen cede lo 0,57%, a quota 1.584,93.

L’Argentina rallenta

L’Argentina ha visto, nel primo trimestre dell’anno (prima quindi della crisi che ha indotto il paese a chiedere l’aiuto dell’Fmi), un rallentamento del Pil a +3,6% contro il +3,9% dell’ultimo trimestre 2017. Il dato, comunque lievemente superiore alle stime degli analisti consultati da Bloomberg, ha risentito dell’alta inflazione e dei tassi di interesse che hanno frenato gli investimenti e la domanda. Hanno pesato anche i primi segni della tempesta che si è abbattuta sul paese a partire da marzo quando gli investitori esteri hanno ridotto la loro presenza, spaventati da una economia colpita dal rialzo dei tassi Usa e dall’aumento del deficit dello Stato, causando così un crollo del peso del 32%.

Oro nero

Prezzo del petrolio in rialzo sui mercati, in attesa del vertice dell’Opec di venerdì, mentre sale la tensione fra alcuni paesi sul livello di produzione da stabilire. La riunione potrebbe concludersi così senza un accordo dovuto alle divergenze fra l’Arabia Saudita, favorevole a un allentamento dei tagli alla produzione decisi a fine 2016, e l’Iran, fermamente contraria a questa scelta assieme a un gruppo di altri paesi. Il greggio Wti del Texas avanza dello 0,66% a 65,5 dollari al barile mentre il Brent cresce dello 0,39% a 75,37 dollari.

Oro giallo

Il prezzo dell’oro resta sui minimi degli ultimi sei mesi, a 1273 dollari l’oncia. Le quotazioni del metallo sono colpite, come riporta Bloomberg, dalla scelta degli investitori di preferire altri beni rifugio, in primis il dollaro, a fronte delle turbolenze dovute alla guerra commerciale fra Cina e Usa.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome