RIYAD – Il 24 giugno sarà ricordato nella storia dell’Arabia Saudita per essere una data di cambiamento epocale. Per quanto ancora tanto ci sia da lavorare in tema di diritti, da oggi però le donne arabe conquistano un grande traguardo, quello della guida. Oggi cade infatti il divieto di guida per le donne arabe, che potranno finalmente godere del sacrosanto diritto alla mobilità su ruote che fino ad oggi era stato loro ingiustamente negato.
Donne al volante anche in Arabia Saudita
Auto? Motocicletta? Tir? Qualsiasi volante abbiano voglia di imbracciare, le donne arabe sono ora libere di farlo. Il sogno della guida diventa realtà, ora che anche l’Arabia Saudita abolisce l’assurdo divieto che faceva di questo paese uno dei più arretrati in tema di diritti umani. Il paese era l’ultimo al mondo a negare tale diritto alla donna.
Lo storico cambiamento era stato annunciato lo scorso settembre dal principe ereditario Mohammed bin Salman, che aveva promesso una serie di riforme sociale ed economiche mirate all’occidentalizzazione del paese.
Mohammed è il figlio del re Salman, e si è distinto per essere il fautore di politiche di apertura inedite per uno dei paesi più conservatori al mondo.
Le reali artefici del cambiamento
Grandi i meriti politici del principe bin Salman. Ma le vere artefici della piccola-grande rivoluzione femminile sono state le attiviste arabe. Per anni si sono battute per ottenere il diritto alla guida per le donne. Hanno rifiutato di abbassare il capo dinanzi all’assurdo e ingiustificato divieto. Le attiviste ci hanno rimesso in prima persona per assicurare un futuro migliore alle donne arabe.
Pochi mesi fa, infatti, Loujan Al Hatloun, Eman al Najaf e Aziza Yousef erano state prelevate dalle loro case e arrestate per la loro attività di protesta contro il governo.
Loujan al Hatloun, due anni fa ha trascorso più di due mesi in prigione per aver guidato la sua auto dagli Emirati Arabi Uniti al confine saudita.