Fase 2, Arcuri: “Serve cautela, il virus è ancora tra noi”. Rezza: “Il Paese sta molto meglio, ma l’attenzione resti alta”

Il commissario: "Abbiamo imparato a contenerlo. Non lo lo abbiamo sconfitto o allontanato".

Photo Cecilia Fabiano/LaPresse March 24 , 2020 Rome (Italy) News

ROMA – “Serve cautela e prudenza, il virus e ancora tra noi, ma abbiamo imparato a contenerlo. Non lo lo abbiamo sconfitto o allontanato”. Sono le parole usate dal commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri per fare il punto sulla pandemia. “Anche in vista della fine del lockdown devo dire una cosa: non bisogna prendere azioni frettolose, bisogna essere responsabili. In un mese abbiamo quintuplicato il numero di persone sottoposte a tamponi, siamo il primo Paese al mondo per tamponi per numero di abitanti. Fase 2? Le persone ricoverate stanno scendendo ogni giorno, per noi è decisivo essere pronti alla fase 2, non quando sarà. Siamo pronti a fronteggiarla”.

Sul tema mascherine

Affrontata da Arcuri anche il tema mascherine: “Confido che in qualche giorno il problema del prezzo massimo venga risolto. Credo che siamo prossimi alla soluzione. Le regioni hanno in magazzino 40,3 milioni di mascherine, quota che gli servirà per fronteggiare picchi di domanda o rigurgiti dell’emergenza. Direi che ormai questo argomento lo possiamo accantonare. Noi continuiamo una massiccia distribuzione. Ieri, inoltre, abbiamo distribuito 620mila mascherine all’Ordine dei medici, abbiamo distribuito 450mila mascherine a infermieri e 241mila a tecnici radiologici per dare un contributo anche alle categorie professionali che sono in prima linea e che meritano ogni nostro rispetto”.

L’intervento dell’epidemologo Gianni Rezza

Non abbassare la guardia è anche l’invito di Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità: “L’Italia – ha spiegato il professor e- sta decisamente meglio. Il virus circolava nel Paese da metà gennaio, forse ancora prima. La situazione si è fatta subito pesante, con gli 11 Comuni del Lodigiano dichiarati zona rossa. Ma purtroppo i buoi erano già usciti dalla stalla. Pensavamo di poter controllare il virus, invece ci siamo ritrovati l’epidemia in casa. Ora l’Italia sta decisamente meglio. Lo dicono tutti gli indicatori: diminuiscono i nuovi casi, c’è meno pressione sugli ospedali e il famoso R0, l’indice di contagio, che nelle prime fasi dell’epidemia era superiore a 3 oggi è di poco inferiore a uno”. Per Rezza la “sfortuna ha voluto che l’epidemia esplodesse nella fase di picco influenzale: chi aveva il virus ma con sintomi lievi è stato scambiato per un malato d’influenza, solo i casi più gravi hanno fatto scattare l’allarme. Questo ritardo ha dato il tempo al Covid 19 di diffondersi. E poi nell’esito della battaglia ha contato l’impostazione dei Servizi sanitari nazionali, molti dei quali, anche a causa dei tagli alla sanità, erano impreparati”. E conclude: “E’ giusto voler tornare alla normalità, soprattutto per chi sta soffrendo economicamente. Però è anche giusto continuare a essere preoccupati. Abbiamo fatto molti progressi, abbiamo più posti nelle terapie intensive, si fanno più tamponi, ma d’ora in poi occorre agire sul territorio per identificare tempestivamente qualsiasi focolaio, perché il virus continuerà a circolare”.

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