DETROIT – La scomparsa di Aretha Franklin è stata capace di unire, seppure nel lutto, ciò che la politica e la società non sono mai riuscite a tenere insieme. Detroit e non solo stanno piangendo la Regina del Soul, morta ieri all’età di 76 dopo una lunga malattia. L’ex presidente degli Stati Uniti, il democratico Barack Obama, e l’attuale inquilino della Casa Bianca, il repubblicano Donald Trump, hanno entrambi offerto il proprio tributo alla cantante. Due modi molto diversi di vedere il mondo, uniti dall’ammirazione per il talento artistico.
Trump sintetico e per una volta politicamente corretto
L’attuale numero uno degli Stati Uniti, sempre molto attivo sui social, è stato conciso e ‘delicato’. “Era una grande donna, con un incredibile dono di Dio: la propria voce. Ci mancherà”. Un commento tutto sommato sobrio per un leader politico troppo spesso abituato ad esagerare (in un senso o nell’altro) a colpi di tweet.
Obama più sentimentale: “Ci ha aiutato a sentirci più uniti”
Più prolisso Obama. L’ex presidente ha usato parole di miele per l’artista. “Aretha ci ha aiutato a definire l’esperienza americana – ha detto –. Lei ci ha aiutato a sentirci più uniti gli uni agli altri, più speranzosi, più umani. E certe volte ci ha aiutato a dimenticarci di tutto e a ballare. Aretha può essere andata in un posto migliore, ma il dono della sua musica resterà a ispirarci tutti”. Poi l’auspicio: “Possa la Regina del Soul risposare in pace eterna. Michelle e io mandiamo le nostre preghiere e la nostra più sentita vicinanza alla sua famiglia e a quanti siano stati toccati dalle sue canzoni”.