Arezzo, precipitò dal balcone dell’hotel: per la difesa fu suicidio

Due le accuse contestate agli imputati: la prima è quella di morte come conseguenza di altro reato; la seconda è la tentata violenza di gruppo

Omicidio
Foto LaPresse - Stefano Porta

AREZZO (LaPresse) – Assoluzione perché il fatto non sussiste. E’ quanto hanno chiesto, al termine delle loro arringhe, gli avvocati Tiberio Baroni e Stefano Buricchi, difensori rispettivamente di Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi. I due 27enni di Castiglion Fibocchi (Arezzo) a processo davanti ai giudici del tribunale di Arezzo per la morte della ventenne genovese Martina Rossi. La ragazza è precipitata dal sesto piano dell’hotel Santa Ana a Palma di Maiorca il 3 agosto del 2011.

Caso Rossi, le accuse contestate agli imputati

Due le accuse contestate agli imputati. La prima è quella di morte come conseguenza di altro reato; la seconda è la tentata violenza di gruppo. Il procuratore capo Roberto Rossi, ha chiesto una condanna a 7 anni per i due imputati. 3 anni per la morte come conseguenza di altro reato e 4 per la tentata violenza di gruppo.

La tesi dell’accusa è che Martina sia precipitata dal balcone del sesto piano dopo un tentativo di violenza sessuale da parte di Albertoni e Vanneschi a cui la ragazza avrebbe cercato di sfuggire scavalcando il muretto che divide i balconcini di due diverse camere.

La ricostruzione degli eventi

Lo scenario prospettato dal pm e dagli avvocati della famiglia di Martina, Luca Fanfani e Stefano Sani, che hanno a loro volta chiesto la condanna per gli imputati, è quello di una fuga disperata e concitata: la ragazza vide il muretto e lo considerò la via di fuga ideale, ma in preda alla paura successiva all’aggressione e tradita dalla scarsa vista, poiché era miope e non aveva gli occhiali in quel momento, perse l’equilibrio e cadde nel vuoto, quasi sulla verticale del muretto stesso.

La testimonianza della cameriera

Secondo i due legali della difesa, non esistono prove della tentata violenza sessuale e Il racconto dei due ragazzi, secondo i quali la 20enne si sarebbe suicidata gettandosi dal balcone, trova riscontri precisi in tutte le circostanze.

Inoltre, Buricchi ha posto l’accento sulla testimonianza di Francesca Puga, cameriera dell’hotel Santa Ana, che ha vide Martina cadere e “ha riferito che la giovane non ha urlato nel precipitare, che era sola, che nessuno la inseguiva e che Martina secondo lei si lasciò cadere volontariamente”. L’udienza è stata aggiornata al 14 dicembre e in quella data, dopo le repliche, il collegio si dovrebbe ritirare in camera di consiglio per la sentenza.

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