Narcotraffico internazionale, arrestate 45 persone in Calabria

Sono ritenute vicine alla ‘Ndrangheta di Rosarno

REGGIO CALABRIA – Questa mattina i carabinieri della stazione di Reggio Calabria, coordinandosi con i colleghi della Dda, hanno svolto una maxi operazione in città.

L’operazione

I militari dell’Arma hanno dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di 45 persone. Sono state ritenute tutte responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa finalizzata al traffico internazionale di droga. Ma anche di tentato omicidio, estorsione, porto e detenzione di armi e danneggiamento. Si tratta di un provvedimento che scaturisce da un’indagine avviata dagli 007 dei carabinieri di Gioia Tauro nel settembre dello scorso anno. Già un mese fa i militari dell’Arma avevano fermato, per gli stessi reati, 32 persone. Oltre ai 45, altre sette persone sono finite in manette. Per loro, infatti, le forze dell’ordine hanno riconosciuto un ruolo fondamentale nelle attività delle cosche di Rosarno.

Quattro donne coinvolte. Ricoprivano un ruolo fondamentale nel narcotraffico e nel riciclaggio di denaro

Un aspetto particolare della vicenda riguarda i compiti di quattro donne le quali, secondo gli inquirenti, erano considerate personaggi di spicco all’interno delle stesse organizzazioni. Nello specifico, il loro ruolo secondo gli inquirenti era quello di garantire, e dunque favorire con ogni mezzo, la trasmissione dei ‘messaggi’ fra i vari affiliati oltre che tra quest’ultimi e i detenuti. E sarebbero state le stesse quattro a gestire direttamente alcune attività imprenditoriali utilizzate di fatto per riciclare il denaro sporco che sarebbe stato ricavato dal traffico di droga.

Siamo a Rosarno, uno dei luoghi in cui le cosche della ‘ndrangheta operano con più decisione, svolgendo un’attività criminale che si era concretizzata in estorsioni ma soprattutto nel narcotraffico. Nasceva tutto dall’importazione di enormi quantità di ‘polvere bianca’ di primissima qualità proveniente dal Sudamerica e di hashish che invece sarebbe partita da Spagna e Marocco. Una volta entrata in Italia, poi, la droga sarebbe stata prima lavorata in luoghi specifici e poi immessa nelle piazze di spaccio del nord Italia.

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