Arrestato Favoccia, ha raccontato di aver visto Bardellino a New York

Antonio Bardellino e l’arma trovata a casa di Favoccia

CASAL DI PRINCIPE – Non solo un bunker. Mentre carabinieri e poliziotti mercoledì scorso perquisivano le case dei familiari del boss Antonio Bardellino e di persone che sarebbero potute essere in contatto con lui in questi anni, sono saltate fuori anche una pistola e della droga. La semiautomatica, hanno fatto sapere gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Vincenzo Ranieri, era nascosta a casa di Giuseppe Favoccia, 73enne di Formia. Ma per quale ragione la Direzione distrettuale antimafia aveva ordinato di controllare anche la sua abitazione? Perché, ammesso che il mafioso di San Cipriano d’Aversa non sia stato ucciso nel 1988 da Mario Iovine, in Brasile, sarebbe stato tra coloro che negli ultimi venti anni lo hanno incontrato.

Il racconto nel 2015

Favoccia nell’agosto del 2015 raccontò alla Squadra Mobile di Latina di aver incontrato nel 2010 Bardellino all’aeroporto di New York e che il mafioso sarebbe pure tornato in Italia in occasione di un matrimonio di un suo parente. Favoccia, per la detenzione illegale dell’arma, è stato arrestato. Nel corso dei controlli, carabinieri e poliziotti hanno trovato anche della droga: si tratta di 18 grammi di marijuana che sarebbero stati nella disponibilità di Antonietta Bardellino, figlia di Ernesto (fratello di Antonio). Oltre allo stupefacente, sono stati rinvenuti anche materiale per il confezionamento delle dosi e un bilancino di precisione. La donna è stata denunciata a piede libero.

La nuova lettura su Bardellino

Per la Dda di Napoli, le prove raccolte in questi anni rendono possibile un’altra lettura della storia di Antonio Bardellino: il boss, se non ancora vivo, non sarebbe morto nel 1988 in Brasile per mano di Iovine, ma, scegliendo di sfilarsi dal contesto mafioso dell’agro aversano, avrebbe continuato a vivere in Sudamerica, principalmente a Santo Domingo. Gli inquirenti sperano che dall’analisi dell’ingente quantitativo di materiale sequestrato nel corso delle perquisizioni possano emergere altri elementi, oltre a quelli di cui già sono in possesso, tesi a dimostrare che il sanciprianese non sia stato ammazzato 35 anni fa.

Le indagini in corso

Se è tornato attuale questo tema Bardellino è perché la Dda sta indagando sulla presunta formazione di un nuovo cartello mafioso che vedrebbe coinvolti alcuni suoi familiari, cioè Gustavo, 43enne, e Calisto, 53enne, residenti a Formia, rispettivamente figli di Ernesto e Silvio (fratelli di Antonio), e Vincenzo Di Caterino, alias ‘o piattar, e Romolo Corvino, di Casal di Principe. I quattro sono sotto inchiesta per associazione mafiosa. Stando a quanto finora sostenuto dalla Dda, i bardelliniani avrebbero versato parte dei proventi incassati dalle attività illecite condotte nel Basso Lazio, agli esponenti del clan. L’attività investigativa in corso punta anche a fare chiarezza sull’agguato ai danni di Gustavo Bardellino avvenuto il 15 febbraio 2022.

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