Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria, è stato arrestato questa mattina dalla guardia di finanza di Cosenza. E’ finito in manette nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Paola per reti societari e bancarotta. Al centro del lavoro delle fiamme gialle c’è il fallimento di una società riconducibile all’imprenditore che aveva sede in Calabria.
Ferrero è stato portato nel carcere di San Vittore. Altre 5 persone coinvolte nella stessa attività investigativa sono state sottoposte ai domiciliari, tra loro ci sono la figlia e il nipote, Vanessa e Giorgio Ferrero.
L’avvocato del patron della Samp, Giuseppina Tenga, aveva richiesto nelle scorse ore ai magistrati di consentire al suo assistito di presenziare alla perquisizione nella sua abitazione di Roma per permettergli, così, di aprire la cassaforte.
Il provvedimento cautelare è stato commentato con una nota ufficiale dalla Sampdoria: “Con grande stupore si è appreso dell’odierna esecuzione di una misura cautelare di custodia in carcere a carico di Massimo Ferrero, richiesta da parte della Procura della Repubblica di Paola per vicende fallimentari relative a fatti di moltissimi anni fa e rispetto alle quali non sono di chiara ed immediata percezione le stesse esigenze cautelari alla base per l’evidente assenza di attualità, tanto più considerando che per tre delle quattro società calabre coinvolte vi era già stata allo scopo una transazione con le relative procedure già perfezionata e adempiuta. Tali vicende, in ogni caso – prosegue la nota -, preme precisare che sono del tutto indipendenti tanto rispetto alla gestione e alla proprietà della Società U.C. Sampdoria quanto rispetto alle attività romane di Ferrero e legate al mondo del cinema, già oggetto di procedura avanti al Tribunale di Roma”.
Ferrero si è dimesso da presidente della Samp.