NAPOLI – Lo cercavano da sei mesi. Arrestato con un blitz nel bunker del clan nel quartiere San Giovanni a Teduccio. Mario Reale è ritenuto dalla Procura tra i reggenti della cosca. Gli agenti gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’accusa è associazione di tipo mafioso (provvedimento emesso dal gip del tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia). Dagli uffici della questura fanno sapere che il 52enne è stato rintracciato all’alba in via Pazzigno, nell’abitazione della figlia Anna. Mario Reale era insieme ai fratelli Carmine, Patrizio e Antonio.
Promotore del clan Reale-Rinaldi
Per la magistratura non ci sono dubbi: è uno dei promotori del clan Reale-Rinaldi, attivo nella zona orientale del capoluogo.
Il 52enne fu arrestato a maggio 2021 nel maxi blitz, insieme ad altri 37 destinatari del provvedimento cautelare. Scarcerato a giugno di quell’anno, rendendosi immediatamente irreperibile. Dal luglio 2022 la misura cautelare nei suoi confronti è stata ripristinata (la Cassazione ha revocato all’annullamento). Gli è stata notificata dalla polizia l’altro ieri. L’ordinanza era stata annullata l’8 giugno 2021 dai giudici del Riesame dopo l’inchiesta sui clan di ‘Napoli Est’ (trentasette misure cautelari emesse due settimane prima). Per gli inquirenti il 52enne aveva un ruolo di promotore nell’organizzazione. Mario Reale è difeso dall’avvocato Mauro Zollo.
Il provvedimento cautelare
La mattina del 17 maggio i poliziotti della squadra mobile e del commissariato San Giovanni-Barra eseguirono il provvedimento cautelare in carcere per 37 persone. Dagli uffici della questura spiegarono i dettagli dell’inchiesta, che ricostruisce l’esistenza del cartello criminale Rinaldi/Reale/Formicola, operante, prevalentemente nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, ma con ramificazioni in altre zone della città nell’ambito della sfera di influenza dell’Alleanza di Secondigliano in contrapposizione con il clan Mazzarella. Le indagini rivelano attraverso le intercettazioni, telefoniche ed ambientali, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia ed i riscontri, l’operatività del cartello e gli scontri armati con i Mazzarella.
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