Arresti di ‘ndrangheta, l’indagine partita da un rogo doloso. Le estorsioni pagate su ‘Postepay’

I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Bergamo hanno dato esecuzione a 19 provvedimenti cautelari emessi nei confronti di appartenenti a un sodalizio di ‘Ndrangheta operante in Lombardia

Foto Daniele Leone / LaPresse

MILANO – Arresti di ‘ndrangheta, l’indagine partita da un rogo doloso. Le estorsioni pagate su ‘Postepay’. I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Bergamo hanno dato esecuzione a 19 provvedimenti cautelari emessi nei confronti di appartenenti a un sodalizio di ‘Ndrangheta operante in Lombardia.

L’indagine è stata avviata dal Ros nel marzo 2016. E ha preso spunto da un’altra condotta da dicembre 2015 dal comando provinciale dei carabinieri di Bergamo. A seguito di un incendio doloso avvenuto in una società di autotrasporti di Seriate di un imprenditore bergamasco che aveva interessato numerosi mezzi pesanti. Dai primi approfondimenti investigativi è emersa una forte concorrenza tra la vittima e una seconda società gestita, di fatto, da un pregiudicato calabrese.

Le due imprese svolgevano attività di trasporto per conto di una terza società operante nel settore ortofrutticolo. Che, nel gennaio 2016, aveva deciso di ridefinire i propri rapporti commerciali affidando tutto il pacchetto a un unico soggetto. Per questo aveva chiesto a ciascuna un preventivo per affidare alla migliore offerente l’intera gestione del trasporto merci. A febbraio i carabinieri di Bergamo hanno iniziato a intercettare gli imprenditori del settore autotrasporti. Captando il coinvolgimento di alcuni soggetti di origine calabrese arrivati a Bergamo per favorire uno dei due nell’aggiudicazione dell’appalto privato.

I calabresi, poi identificati come Carmelo Caminiti e Antonio Pizzi, risultavano entrambi della famiglia ‘ndranghetista dei De Stefano. Il primo, con numerosi precedenti penali anche di carattere associativo, è genero di Michele Franco e cognato di Carmelo Consolato Murina, mentre il secondo, benché senza precedenti, è risultato gregario di Caminiti.

Le indagini si sono concentrate su Caminiti

Il Ros si è concentrato su Caminiti appurando che svolgeva attività di ‘recupero crediti’ per conto di un’altra società bergamasca operante nel settore dell’ortofrutta, la F.lli Santini srl dei fratelli Alessandro e Carlo Santini. È emerso che Caminiti era subentrato all’indomani dell’arresto del suo socio in affari Paolo Malara a dicembre 2014 e aveva numerosi rapporti con imprenditori legati ai Santini per farli rientrare dei loro crediti con metodi tipicamente mafiosi. Si muoveva tra la Calabria e la Lombardia ed era il referente di un’organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetista dedita al recupero crediti e all’estorsione.

Le indagini, che hanno portato a 19 arresti, hanno consentito alla Direzione distrettuale antimafia di Brescia di fare piena luce sull’attentato incendiario all’impresa di trasporti di Seriate. Il cui mandante sarebbe stato l’imprenditore Giuseppe Papaleo. E di verificare l’esistenza di un’associazione a delinquere di stampo ‘ndranghetista operante in varie località, tra cui le province di Bergamo, Milano, Pavia, Como, Novara, Firenze e Reggio Calabria, a partire dal 2013. Un’organizzazione caratterizzata da autonomia operativa e decisionale rispetto ad altre cosche calabresi a cui risultava legata. A capo Paolo Malara, che anche dopo la detenzione dal dicembre 2014 aveva contatti con gli associati tramite il fratello Sergio. E contribuiva all’organizzazione, ricevendone parte dei profitti, e Carmelo Caminiti, aiutato dal figlio Michele, il nipote Carmelo, la moglie Anna Maria Franco e altri. Al centro delle attività soprattutto le estorsioni, il cui denaro spesso movimentato su carte Postepay.

(LaPresse)

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