RIACE – L’arresto del sindaco di Riace Domenico Lucano ha avuto l’effetto di un terremoto. L’accusa è pesante: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Ordinanza agli arresti domiciliari emessa dal gip Domenico Di Croce, su richiesta del procuratore di Locri Luigi d’Alessio, per un primo cittadino che era diventato un simbolo. Tanto che, in lavorazione, c’era una fiction con Beppe Fiorello come protagonista. Disposto il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem. Secondo l’accusa due avrebbero organizzato “nozze di convenienza tra riacesi e stranieri al fine di favorire illecitamente la permanenza di quest’ultimi in Italia”. Un’operazione da grandi numeri, con 31 indagati, 29 dei quali senza misure restrittive. Un’operazione che ha generato anche una serie incontrollata di reazioni perché il sindaco Lucano è famoso per essere un simbolo dell’accoglienza.
Il vicesindaco Gervasi: “L’arresto non mette fine al modello Riace”
“Ferma restando la presunzione di non colpevolezza, nel caso del sindaco di Riace accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina il punto è capire se la sua sbandierata accoglienza sia stata moralmente spontanea o personalmente interessata – afferma il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto – Registriamo intanto l’assurdità di chi, come Roberto Saviano, non si sa con quale legittimazione, lancia l’accusa gravissima secondo la quale i giudici avrebbero punito Lucano per un reato che non esiste, ossia la disobbedienza civile”. Anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha fatto riferimento a Lucano: “Se qualcuno ha ritenuto di arrestare i campioni del buonismo e dell’accoglienza me ne dolgo. Prendo atto con rammarico e sconvolgimento”. “La procura di Locri avrà avuto i suoi elementi – aggiunge – Auguro le migliori fortune al sindaco di Riace. Non gioisco mai quando si mettono le manette ai polsi di una persona”.
Le dichiarazioni di Orfini
Ma c’è chi è di un’altra idea. “L’arresto non mette fine al modello Riace”. Lo afferma vicesindaco della cittadina Giuseppe Gervasi. “E’ un duro colpo per Riace e per l’idea di accoglienza rivoluzionaria che abbiamo portato avanti. Riace resta una terra di accoglienza”, ha aggiunto. “Non c’è molto di inaspettato” – ha esordito il presidente del Partito Democratico Matteo Orfini – Lucano viene indagato e perseguito per reati che egli stesso ha rivendicato di disobbedienza civile. Che rimane un valore. Cioè lui ha sempre detto ‘io per poter costruire un modello di accoglienza e di integrazione come questo sono costretto a non rispettare delle leggi ingiuste che me lo impediscono’”.
Don Ciotti: ha imboccato delle scorciatoie per un eccesso di generosità
Non sono evidenziate per Orfini fattispecie di reato gravi come “appropriazioni indebite o giri di mazzette”. Il giudizio riguardo al sindaco dovrebbe rimanere positivo. “Salvini e Meloni che esultano per una persona arrestata mi fanno orrore. Fiducia nel lavoro della magistratura”, così il segretario metropolitano del Pd, Pietro Bussolati. Botta e risposta. “Tutti sono tenuti a rispettare la legge. Anche Mimmo Lucano, sindaco di Riace. Se non lo ha fatto, ha sbagliato. Nella sua figura era racchiuso un modello di accoglienza possibile e praticabile, da emulare e riproporre in diversi altri contesti territoriali. Questa responsabilità avrebbe dovuto indurlo ad essere ancor più zelante nella gestione dell’accoglienza”, così l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Laura Ferrara.
L’opinione di don Ciotti
Don Luigi Ciotti è di altra opinione: “Ero con Mimmo Lucano a Riace nel 2004, quando iniziò la sua straordinaria esperienza di sindaco, continuo a esserlo dopo il suo arresto. Sono convinto che le leggi vadano rispettate, ma sono anche convinto che, se Mimmo ha imboccato delle scorciatoie, lo ha fatto per un eccesso di generosità: nessun tornaconto personale, solo il desiderio di sostenere la speranza di persone fragili, garantendo loro un futuro e una vita dignitosa”.
La lettura di Sinistra Italiana
“Ho letto le carte: Domenico Lucano sarebbe colpevole del reato di solidarietà – ha affermato Tommaso Fattori, capogruppo di Si Toscana a Sinistra – O magari del reato di costruzione di un mondo migliore. Ammirato in tutto il mondo per aver fatto rinascere un borgo abbandonato, in un territorio soffocato dalla ‘ndrangheta, viene arrestato in Italia”. “Qualcuno si porterà sulla coscienza la vita di un uomo straordinario, io lo so che Mimmo non sopporterà questa vergogna, ora cerco parole per difenderlo ma mi rendo conto che non va più difeso, va amato come lui ama il prossimo”. Questo il commento di Giuseppe Fiorello sulla cui storia avrebbe dovuto girare una fiction per la Rai, bloccata poche settimane fa proprio a causa dell’indagine.