Arriva la norma sul golden power. Gualtieri: “Prestiti al 100% fino 800mila euro”

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse in foto Roberto Gualtieri

ROMA – Una blindatura delle imprese strategiche, mentre si lavora a 360 gradi per un decreto liquidità con garanzie fino al 100%. E se ci si mettono anche le voci (smentite a più livelli) di un accordo su Autostrade, si capisce come per il governo il primo sabato di aprile sia stata una giornata decisamente impegnativa sotto il fronte politico ed economico.

Il primo aspetto è forse il più rilevante: per impedire assalti alle aziende nostrane da parte di soggetti stranieri l’esecutivo è pronto ad approvare nel primo provvedimento utile la norma sul golden power. “L’emergenza Coronavirus non metterà a rischio il nostro patrimonio produttivo e industriale, che è prioritario tutelare perché da esso dipende anche la sicurezza nazionale”, spiega il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, “sarà il nostro vaccino contro il virus delle scalate ostili”.

Un provvedimento invocato a gran voce da ogni schieramento e che sarà esteso anche ad altri ambiti, come ad esempio il settore alimentare, finanziario e assicurativo o sanitario. La norma inoltre sarà applicata alle operazioni all’interno dell’Ue. Impediremo attacchi “ai nostri gioielli industriali nazionali”, commenta il titolare del Mise Stefano Patuanelli.

La liquidità? Dovrebbe arrivare nel Cdm di lunedì, in un decreto che concede ossigeno economico alle imprese messe i ginocchio dal Covid-19. Al riguardo spuntano anche delle frizioni tra Pd e Italia Viva, ma in serata arrivano schiarite direttamente dal Mef. “Stiamo finalizzando il decreto, garantiremo prestiti fino a 800mila euro al 100%”, è la sintesi firmata Roberto Gualtieri che promette anche garanzie al 90% per 200 miliardi di prestiti fino al 25% di fatturato per ogni tipo di impresa.

Per il provvedimento di lunedì sul piatto ci sarebbero dai 25 ai 40 miliardi, mentre va avanti la cabina di regia con le opposizioni per arrivare a un testo condiviso da portare in Parlamento senza rischiare ostruzionismi e intoppi procedurali sugli emendamenti al Cura Italia. L’esito odierno? “Un intenso e costruttivo confronto”, definito “conciliante” dal ministro ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Inca’: il nuovo incontro è atteso per domenica alle 17.30.

Parallelamente, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia ha coordinato la videoconferenza di raccordo tra il governo, i presidenti di Regioni, Anci e Upi per per analizzare l’impatto delle misure di contrasto al Covid-19. “E’ stato un ottimo confronto in un clima di lealtà e collaborazione; le proposte al decreto cura Italia che avevamo avanzato nei giorni scorsi sono state accolte – ha commentato il ministro dem – L’unità tra i diversi livelli istituzionali che ognuno di noi rappresenta, rafforza ancora di più lo Stato e ci consente di dare più sicurezza agli operatori sanitari e agli italiani a cui stiamo chiedendo di restare a casa”.

Intanto da parte dell’esecutivo arriva anche una secca smentita sulle ricostruzioni che vorrebbero un possibile accordo su Autostrade, ovvero un’intesa sul riassetto con il colosso assicurativo tedesco Allianz al 51%. Atlantia si terrebbe il 49% e verrebbero stralciate revoche della concessione o penali. Ma il coro, da Palazzo Chigi al Mise passando per il Mit, è univoco: Solo fake news, sono notizie prive di fondamento. I dossier sono già tantissimi: per l’affaire Aspi non è ancora questo il momento della resa dei conti. (LaPresse)

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