Coronavirus, in Lombardia obbligo di mascherina o sciarpa per chi esce

Foto Claudio Furlan - LaPresse

MILANO – Obbligo di coprirsi naso e bocca in Lombardia da domani. Ecco la novità principale della nuova ordinanza della Regione per contrastare l’emergenza coronavirus, in vigore fino a Pasquetta, che arriva in una giornata, a detta dell’assessore al Welfare, Giulio Gallera, in cui “i dati sono buoni ma non ci possono portare a ritenere che tutto sia dietro le spalle”.

Il presidente Attilio Fontana ammonisce i cittadini

“La primavera è iniziata, la voglia di uscire è tanta ma non si può, non abbiamo compiuto la nostra opera”. Un richiamo all’ordine necessario dopo che gli spostamenti sono tornati ad aumentare. Dal canto suo, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, chiede a prefettura e polizia locale di fare più controlli, visto che “c’è troppa gente in giro”.

Ma la battaglia nella regione italiana più colpita dal coronavirus passa sempre dai dati. I morti sono 345 in più per un totale di 8.656. “E’ chiaro che sono alti, questo sarà l’ultimo che si ridurrà”, ricorda Gallera. Che poi snocciola altri numeri: sono 49.118 i positivi, 1.598 in più in 24 ore. Mentre sono in calo di 55 rispetto a ieri gli accessi in terapia intensiva in Lombardia, complessivamente 1.326. Mentre i ricoverati 12.202 (+200).

E passiamo all’ordinanza firmata da Fontana, che introduce soprattutto l’obbligo per chi esce di casa “di proteggere sé stessi e gli altri coprendosi naso e bocca con mascherine o anche attraverso semplici foulard e sciarpe”. E non solo: “Gli esercizi commerciali al dettaglio già autorizzati (di alimentari e di prima necessità) hanno l’obbligo di fornire i propri clienti di guanti monouso e soluzioni idroalcoliche per l’igiene delle mani”.

Ancora, la Lombardia chiede al governo Conte di “confermare con un Dpcm la chiusura dei cantieri edili”. In aggiunta, la stretta, prolungata fino a Pasquetta, conferma la chiusura di alberghi (con le eccezioni già in vigore), degli studi professionali, dei mercati e tutte le attività non essenziali.

Continua il pugno di ferro

Ma i lombardi, in alcuni casi, continuano a fare orecchie da mercante. Il dato che preoccupa di più riguarda gli spostamenti. “Siamo al 38% di mobilità, non si vedeva dal 20 marzo. Siamo saliti di due punti percentuali e questo in Lombardia vuol dire che ci sono in giro decina di migliaia di persone”, avverte il vicepresidente Fabrizio Sala. E Fontana non le manda a dire: “Dobbiamo proseguire nel nostro impegno altrimenti il nostro lo sforzo fatto sarà vanificato. Altrimenti i numeri cominceranno a peggiorare”. (LaPresse)

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