Articoli copiati, ora si decide quanto dovranno pagare Saviano e Mondadori (difesi dagli stessi avvocati)

Roberto Saviano e Silvio Berlusconi

Lo scrittore condannato per plagio

Lo abbiamo sputtanato una volta per tutte. Con una sentenza della Corte di Cassazione (divenuta ormai definitiva) per la legge italiana Roberto Saviano è un copione, un plagiatore. Uno che è diventato famoso grazie a un libro nel quale si è appropriato illecitamente degli articoli dei cronisti di Cronache di Napoli e di Caserta, spacciandoli per farina del suo sacco. Attenzione, non testi riportati tra virgolette senza la citazione della fonte, come lui ama ripetere quando cerca di minimizzare sulla figuraccia planetaria che ha fatto. I testi erano riportati senza virgolette, incorporati nel romanzo come se fossero il racconto reso in prima persona da Saviano, e non la citazione di una fonte.

La Cassazione sta per decidere sul risarcimento…

Logica vorrebbe che lo “scrittore” si ritirasse a vita privata, che si trovasse finalmente un lavoro e che lo facesse usando il suo cervello, come tutti i comuni mortali, che si vergognasse di mostrare la sua faccia per la strada, figuriamoci in televisione. Ma c’è un piccolo problemino per lui e per la casa editrice che gli ha pubblicato il romanzo Gomorra, la Arnoldo Mondadori Editore della famiglia di Silvio Berlusconi: a giorni, forse nelle prossime ore, sarà determinata la cifra che entrambi dovranno pagare alla Libra Editrice, la cooperativa che edita Cronache, a titolo di risarcimento per il plagio.

…e arriva puntuale la solita vagonata di fango

E quindi rieccolo lì, puntuale come un orologio svizzero. Come succede da 17 anni a questa parte, da quando la Libra Editrice gli ha fatto causa, alla vigilia di ogni scadenza processuale importante arrivano gli attacchi di Saviano alla nostra redazione. Ormai il meccanismo è noto e ne abbiamo scritto tante volte che ci pare quasi superfluo tornarci. Ma per rassicurare i nostri lettori più giovani, cercheremo di sintetizzare.

Il primo caso: il plagio ai danni del giornalista Di Meo

Era il 2008, la causa per plagio era ancora al primo grado di giudizio. Saviano era già sulla cresta dell’onda da due anni ma nella sua folgorante ascesa c’era già un neo bello grosso. Un giornalista di Cronache, Simone Di Meo, gli aveva fatto causa perché aveva riconosciuto un suo articolo nel romanzo “Gomorra”, proprio quello che aveva portato il giovane scrittore al successo. La questione fu risolta con un accordo transattivo. Saviano e la Mondadori dei Berlusconi furono costretti a inserire nel romanzo la citazione di Di Meo e della Libra a partire dalla XI ristampa.

Le segnalazioni degli altri giornalisti di Cronache

Ma diversi altri nostri giornalisti, memori della presenza in redazione del Saviano, cominciarono a segnalare al direttore altri casi di evidente plagio. Per questa ragione la Libra Editrice si decise a far valere i propri diritti in tribunale.

La “tecnica” di Saviano: nessun contraddittorio (gli assenti hanno sempre torto)

Proprio in quei giorni Saviano tenne due lunghi monologhi, prima al Festival Letteratura di Mantova, poi in prima serata su Rai Tre, ospite di Fabio Fazio, nei quali parlò quasi esclusivamente delle nostre testate. Due lunghe invettive intrise di insinuazioni, nelle quali lo scrittore, con una strategia costruita ad arte, mescolando bugie, episodi decontestualizzati e clamorosi attacchi di amnesia selettiva, puntava fondamentalmente a delegittimare la nostra redazione. Il tutto, ovviamente, sempre senza contraddittorio, senza che ci fosse data la possibilità di replicare.

Sette gradi di giudizio

Sono passati 17 anni, dicevamo, il processo ha attraversato ben sei gradi di giudizio (uno in tribunale, tre in Corte di Appello e due in Cassazione) ed è attualmente al settimo, ancora una volta davanti alla Corte di Cassazione (Saviano è difeso dagli avvocati della Mondadori di Berlusconi, per la cronaca), per la determinazione del risarcimento. Dopo tutto questo tempo abbiamo capito che dobbiamo aspettarceli, perché arrivano regolarmente prima delle scadenze processuali, i livorosi attacchi da parte dello scrittore “plagiario” (questo il termine tecnico utilizzato a più riprese dalla Cassazione).

Il “giornalone unico” che protegge Saviano

Prima arrivavano da La Repubblica e l’Espresso, poi anche sul Corriere della Sera, su Avvenire, su La Stampa, sul Mattino e su Fanpage, ma anche in tv, sulla Rai, su Mediaset e su altre piattaforme (giusto per contestualizzare, quando la condanna per plagio passò in giudicato il Corriere della Sera, Repubblica e il Mattino riportarono la notizia scrivendo che Saviano aveva vinto la causa). Sempre le stesse vicende, riproposte decine di volte, che ormai anche i suoi fan più sfegatati si sono stancati di ascoltare, focalizzate più sulla Libra Editrice che sul merito delle questioni.

Prima ci copia, poi ci attacca

Sin dall’inizio abbiamo ribattuto puntualmente a tutte le fake news, a ogni insinuazione, per evitare che qualcuno potesse dar credito a questo soggetto che in barba a ogni regola deontologica e morale infanga i giornalisti il cui lavoro non si è fatto alcuno scrupolo a saccheggiare. Ormai la cosa annoia anche noi, per cui rinviamo a quanto abbondantemente scritto e ribadito.

Lo stesso repertorio da 17 anni

Oggi, accertato definitivamente il plagio, con sentenza passata in giudicato, la Cassazione si accinge a decidere sulla quantificazione della somma di denaro che Saviano e la Mondadori dovranno corrispondere alla Libra Editrice. Secondo la Libra Editrice sono parecchi. Forse anche secondo Saviano, che dalle colonne del Corriere della Sera ha tirato per l’ennesima volta fuori il solito repertorio. È solo lo sfogo livoroso di chi non riesce a piangere se stesso come causa dei propri mali o c’è dell’altro? La frequenza e la coincidenza tra gli attacchi e le scadenze processuali è casuale oppure si illude di poter cambiare le sorti del giudizio per plagio mettendoci in cattiva luce, creando un clima di sospetto attorno alla nostra redazione ogni volta che i giudici devono tornare a occuparsi della vicenda?

Si fa difendere dagli avvocati della Mondadori

Non lo sappiamo, ma una domanda nasce spontanea. Dopo quasi vent’anni trascorsi a parlare e scrivere della Libra, è possibile che Saviano non abbia mai niente da dire sulle vicende, processuali e pubbliche, dei potenti veri, come quelli che gli hanno pubblicato il suo primo romanzo? Se tra le decine e decine di volte che ha attaccato Cronache avesse dedicato una sola inchiesta, in vent’anni, ad esempio, al suo editore Berlusconi (la P2, Lodo Mondadori, Vittorio Mangano, Cesare Previti, Marcello Dell’Utri o altro), Marina Berlusconi gli avrebbe pagato la difesa nel processo? Si sarebbe comunque astenuta dal chiedergli a sua volta un risarcimento per aver fornito alla Mondadori materiale protetto da diritto d’autore altrui per farlo pubblicare?

Non solo Cronache, anche altri accusano lo scrittore di plagio

Quello di Cronache non è affatto un caso isolato. Altri giornalisti e scrittori hanno contestato al Saviano di aver abbondantemente attinto dal loro materiale. Ecco una sintetica elencazione:

I precedenti casi di plagio denunciati dai giornalisti

Libero: Roberto pizzicato ancora a rubare

Giampiero Rossi e La lana della Salamandra

Giampiero Rossi e “La lana della salamandra” 2

Le proteste del settimanale albanese

Zero Zero Zero, la stampa americana accusa Saviano

Zero Zero Zero, il Giornale: copiata pure la copertina

Il racconto di Simone Di Meo sul plagio a Cronache

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