Plagio, la Cassazione presenta il conto a Saviano – Le sentenze integrali sul “caso” Gomorra

Saviano finge di puntare una pistola
Saviano finge di puntare una pistola

Dopo la condanna definitiva di Saviano per plagio

E’ imminente la fissazione dell’udienza davanti alla Corte di Cassazione per la quantificazione del danno che Roberto Saviano e la Arnoldo Mondadori Editore (la società editrice della famiglia Berlusconi, guidata dalla figlia del Cavaliere) dovranno risarcire alla Libra Editrice, che edita i quotidiani Cronache di Napoli e di Caserta, per il plagio degli articoli nel romanzo “Gomorra”. Una vicenda già raccontata da Cronache (leggi l’articolo precedente) e non solo.

Gli articoli copiati e la vertenza interminabile

La vicenda giudiziaria si trascina da anni ma alla fine del 2015 la Suprema Corte si è pronunciata in via definitiva sull’illecita riproduzione degli articoli, che Saviano ha inserito nel suo libro come se fossero parole sue e, in un caso, sulla mancata citazione della fonte di un testo riportato tra virgolette. Da allora è ancora pendente la vertenza per la determinazione del pregiudizio subito dalla Libra.

Leggi e scarica la sentenza integrale della Corte di Cassazione del 2015

Il risarcimento parziale di Mondadori

Dopo l’iniziale condanna di Saviano e Mondadori al risarcimento di 80mila euro, parzialmente versati alla società cooperativa dalla sola Mondadori per 75mila euro (Saviano non ha mai tirato fuori un euro), in sede di rinvio la Corte di Appello ha clamorosamente ridimensionato l’importo a 6mila euro per lo stesso numero di articoli copiati.

Leggi e scarica la sentenza integrale della Corte di Appello del 2013

Una vittoria pagata a caro prezzo

Un paradosso, se si pensa che finora la Libra ha sostenuto circa 40mila euro di spese legali e ha ottenuto una sentenza che ha acclarato definitivamente il plagio. Tirando le somme, la Giustizia ha dato ragione alla società che edita i due giornali locali che, però, ci ha rimesso decine di migliaia di euro per far valere le proprie ragioni in tribunale. Ciò nonostante, la Libra ha restituito alla Mondadori i 69mila euro di differenza.

Leggi e scarica la sentenza integrale della Corte di Appello del 2016

Le bugie di Saviano sulla beneficenza

Saviano, che da anni attacca i quotidiani da cui ha copiato, ne ha approfittato per annunciare che avrebbe devoluto quei soldi alle famiglie delle vittime di camorra. Sapeva di mentire, naturalmente, perché non ha tirato fuori un euro per le sue colpe (a pagare ci ha pensato Berlusconi) e quindi a lui non è mai stato restituito nulla. Ma lo scrittore, sapendo che la sua affermazione non può comportargli alcun problema legale, non si è fatto scrupoli a strumentalizzare la tragedia di decine di famiglie che hanno vissuto sulla loro pelle la violenza e la disumanità della criminalità organizzata.

Il “paladino della legalità” che copia e i poteri forti

Alfiere della famiglia di Carlo De Benedetti, che finora ha guidato la corazzata editoriale Espresso/Repubblica/LaStampa piazzando ai vertici del gruppo i suoi parenti, Saviano si trova già a suo agio con i suoi nuovi editori. La potentissima famiglia Agnelli ha infatti acquisito il controllo del gruppo. Ma anche se gli imprenditori più ricchi e potenti d’Italia continuano a utilizzarlo come maître à penser, lo scrittore diventato famoso copiando vive un periodo di grave crisi di visibilità. Non bastano più le ospitate da Fazio e da Maria De Filippi, né le comparsate nelle piazze delle sardine. Il caso plagio pesa sulla sua credibilità come scrittore e come paladino della legalità.

I precedenti casi di plagio denunciati dai giornalisti: Gianluigi Nuzzi

Quelle della Libra Editrice, però, non sono affatto denunce isolate. Nel 2010 il giornalista Gianluigi Nuzzi, in una lettera inviata al quotidiano “Libero”, accusa Roberto Saviano di essersi appropriato, senza citare la fonte, del contenuto di una sua inchiesta sul matrimonio della figlia di un boss, involontariamente benedetto dal Papa Joseph Ratzinger con un telegramma (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO DI DAGOSPIA).

La denuncia dei giornalisti d’inchiesta albanesi

La prima pagina del giornale albanese Investigim che accusa Saviano di plagio.

Nel 2011 il quotidiano albanese “Investigim” pubblica un articolo in prima pagina, corredato da una foto di Roberto Saviano, nel quale il direttore Alket Aliu accusa lo scrittore Saviano di aver copiato un’inchiesta sul traffico di armi tra la camorra e la Sigurimi, la polizia segreta albanese durante la dittatura comunista (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO DI ETLEBORO) (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO DE “IL GIORNALE”).

Un cronista a “scoop”… ritardato

Nel 2012 il blog Infosannio accusa Saviano di aver “riciclato” la notizia dell’apparizione di un boss della camorra in una trasmissione della Rai. L’episodio era già stato riportato dal quotidiano “Roma” nel gennaio del 2011 (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO SU INFOSANNIO).

Il monologo sulle morti per amianto – Giampiero Rossi

Il raffronto tra l’intervento di Saviano e i passaggi del libro “La lana della salamandra” di Giampiero Rossi, nello schema pubblicato dal Fatto Quotidiano.

Nel 2012, nella trasmissione televisiva “Quello che (non) ho”, su Rai Tre, Saviano dedica un lungo monologo alle vittime dell’amianto a Casale Monferrato. Lo scrittore Giampiero Rossi lo accusa di aver utilizzato senza autorizzazione e senza citarlo diversi passaggi del suo romanzo “La lana della salamandra” (l’articolo del Fatto Quotidiano).

Zero Zero Zero, le accuse di plagio arrivano anche dagli States

Nel 2015 il settimanale americano Daily Beast accusa Saviano di aver copiato da Wikipedia e da articoli di altri cronisti locali ampi passaggi del suo libro Zero Zero Zero. La vicenda viene rilanciata dai principali quotidiani italiani e internazionali. (L’ARTICOLO DEL FATTO QUOTIDIANO) (DAILY BEAST) (DAGOSPIA) (THE GUARDIAN) (TELEGRAPH) (DAILY MAIL) (IL FOGLIO).

Pure la copertina

La copertina di “Zero Zero Zero” e quella del romanzo “In fondo al pozzo”

Come se non bastasse, la stampa nazionale ha accusato il “povero” Saviano di aver copiato persino la copertina del suo libro da quella del romanzo “In fondo al pozzo”, di Domenico Spadavecchia. In effetti, anche se manca una delle quattro strisce di cocaina (quella in alto, come si evince dalla foto accanto), le altre tre sono assolutamente uguali nella forma. La vicenda è stata segnalata anche dal quotidiano Libero (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO).

Un “successo” tutto italiano

Nonostante le accuse planetarie e una sentenza passata in giudicato per plagio (per non parlare delle figuracce collezionate sul terreno scivoloso della grammatica italiana LEGGI L’ARTICOLO), lo scrittore viene ancora saltuariamente invitato nelle trasmissioni televisive della Rai e della Mediaset. Questo grazie all’amicizia che lo lega al ricchissimo “barone” della tv pubblica Fabio Fazio, all’ex direttore di Rai Tre Daria Bignardi, a Maria De Filippi sulle reti Mediaset e all’ex direttore del Sole 24 Ore e del Tg1 Gianni Riotta. Ma anche all’ex ministro Corrado Passera, all’ex premier Silvio Berlusconi, che con la Mondadori è stato l’editore del suo primo e unico best seller e naturalmente alla famiglia di Carlo De Benedetti. Cose che accadono solo in Italia.

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