ROMA – Lacrime e rabbia in tv: è stato un vero e proprio crollo psicologico quello di Asia Argento. Ospite di Barbara D’Urso nel programma ‘Live – Non è la D’Urso’, l’attrice ha parlato del caso Harvey Weinstein, di Fabrizio Corona e dello scandalo Jimmy Bennet. Subito dopo lo sfogo arriva dai social, su Instagram. “Mi ha fatto molto male, non pensavo avrei reagito in questo modo” ha raccontato ai suoi sostenitori della Rete.
Da Weinstein a Bennet, Asia sottoposta a ‘uno contro tutti’ della D’Urso
Un crollo psicologico dopo una vera e propria tortura: non si può chiamare in altra maniera ciò che è andato in onda nel programma di Barbara D’Urso. La tv delle lacrime e del dolore. Perché passi la storia con un ex personaggio famoso che ha avuto guai con la legge, aneddoto comune a tante piccole star del medio schermo. Sono ben altri gli argomenti a cui è stata sottoposta Asia Argento. Veri e propri traumi, dalle molestie del caso Weinstein all’accusa di violenza sui minori di Bennet. Il titolo pensato in maniera scherzosa del segmento ‘uno contro tutti’ si è tramutato, come in un episodio di ‘Ai confini della realtà’, in un vero e proprio incubo per Asia Argento, degno di uno dei film di suo padre Dario Argento. Ed è parlando di Fabrizio Corona, con cui Asia ha avuto un relazione, a crollare. “Per l’ennesima volta ho varcato la soglia dell’odio e dell’ignoranza. Mi ha fatto male. Non pensavo che avrei reagito così” ha scritto sui social Asia dopo la fine del programma.
Asia su Corona dopo il nuovo arresto: “Non è cattivo, però ha ingigantito le cose”
“Non ritengo Corona una persona cattiva, ma ha ingigantito le cose. Ad esempio non ho mai fatto l’amore con lui sul tavolo: lui lavora molto di fantasia, si immagina in una maniera particolare. Se non avesse chiamato i paparazzi nessuno ne avrebbe parlato. Ad ogni modo mi dispiace per quello che sta succedendo, mi dispiace soprattutto per suo figlio Carlos” sono state queste le parole, pietose, di Asia per Corona. Che nel primo pomeriggio dello scorso lunedì è tornato in carcere perché avrebbe commesso violazioni delle restrizioni imposte dai magistrati.
