Sharia in Brunei: lapidazione per gay e adulteri. Amnesty lancia l’allarme

I gruppi umanitari esortano il Brunei a fermare l'attuazione delle nuove sanzioni

@ LaPresse

BANDAR SERI BEGAWAN – Lapidazione per omosessuali e adulteri e taglio della mano e del piede per i ladri: dal 3 aprile il Brunei ha intenzione di reintrodurre la sharia (vale a dire la Legge di Dio) nel nuovo codice penale. Il sultano Hassanal Bolkian, che nel 2015 mise al bando il Natale, ha intenzione di adottare un tipo di Islam più radicale, riportando in vigore le antiche pene coraniche. Una proposta nata già nel 2014 e che segue ad altri divieti e obblighi già in vigore, come quello per l’alcol e multe salate per chi salta la preghiera del venerdì. Immediata la reazione dei gruppi umanitari come Amnesty International, che esortano il Brunei a fermare l’attuazione delle nuove sanzioni.

Pena di morte per adulteri e omosessuali nella ‘nuova Sharia’, Amnesty: “Sanzioni sbagliate, fermarle subito”

Mille anni indietro per il Brunei, che ritorna a posizioni estremiste e radicali. Una decisione, quella di inserire la sharia nel nuovo codice penale, che mette in allarme le organizzazioni umanitarie. Amnesty International esorta il regno a “fermare immediatamente” l’attuazione, definendole “profondamente sbagliate”. “Questi non dovrebbero neppure venire considerati reati, compresi i rapporti consenzienti tra adulti dello stesso sesso” ha dichiarato l’ong. Un’ondata di intolleranza per molti versi non dissimile da quella che si sta diffondendo in Italia, così come nel resto d’Europa. Dopo le dichiarazioni choc al Congresso per la Famiglia di Verona non stupisce più di tanto che nel piccolo regno del sud-est asiatico si crei un clima di odio omofobo. Che però in questo caso arriva alla pena di morte.

Hassanal Bolkian, tutti i lussi del sultano che ha bandito il Natale

Un patrimonio di 70 miliardi di dollari, un aereo placcato in oro, più di 700 auto di lusso e cinque lauree honoris causa: il sultano Hassanal Bolkian non manca di ostentare il suo status. Nato nel 1946, Hassanal divenne principe ereditario nel 1961 per poi succedere al padre, quando questi abdicò nel 1967. Nel 2015 la controversa decisione sulla celebrazione del Natale. Il sultano mise al bando qualsiasi tipo di manifestazione pubblica, dall’esposizione di decorazioni ai canti natalizi, persino indossare un vestito che rimandi a Babbo Natale. Un reato punibile con la reclusione fino a 5 anni e con una multa di 20mila dollari.

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