MILANO – Avanti tutta con la Brexit. Boris Johnson, primo ministro da mercoledì, tira dritto sull’uscita dall’Ue entro il 31 ottobre con o senza ‘deal’ con Bruxelles, cercando di sgomberare il campo dai tentennamenti cresciuti dopo le ripetute bocciature di Wenstminster dell’accordo raggiunto da Theresa May.
“Lasciare l’Unione europea è un’enorme opportunità economica per fare cose che non ci è mai stato permesso fare per decenni”, ha rimarcato a Manchester, nel nord-ovest dell’Inghilterra, dove ha tracciato le priorità del suo governo. Vale a dire investimenti nelle regioni che al referendum si erano espresse per il ‘Leave’, rafforzamento di banda larga e infrastrutture di trasporto, stop ai tagli delle forze dell’ordine, maggiori poteri alle comunità locali.
“Riprendere il controllo non si applica solo per Westminster che riacquista sovranità dall’Ue, ma significa che le nostre città e contee stanno diventando più autonome”, ha rimarcato l’ex sindaco di Londra, promettendo “il riequilibrio di potere, crescita e produttività in tutto il Regno Unito”.
Anche May era arrivata al potere impegnandosi a combattere le “ingiustizie” della Gran Bretagna, ma la sua agenda interna è stata sopraffatta dai negoziati sulla Brexit. E Johnson non risparmia una stoccata alla compagna di partito ed ex premier, accusata di aver affrontato la questione come “un imminente evento meteorologico avverso”.
Invece, a sentire il presidente americano Donald Trump, Washington e Londra “hanno già un accordo commerciale” grazie al quale rafforzare il partenariato economico. “Penso che possiamo fare tre, quattro o cinque volte di più con il Regno Unito”, si è detto certo Trump, che ha sentito venerdì “l’amico” Boris. “Sarà un grande primo ministro, ne ha le qualità”.
Niente ritorno alle urne, quindi, come pure qualche commentatore ha ipotizzato, nella speranza di riconquistare la maggioranza conservatrice che May ha perso alle urne nel 2017. I parlamentari potrebbero sempre decidere di far cadere il nuovo governo con un voto di sfiducia per cercare di impedire una Brexit senza accordo, ma ‘Bojo’, dal canto suo, ha escluso “assolutamente” che si possa andare a elezioni prima che la Gran Bretagna lasci l’Ue, con cui nuovi negoziati sono possibili solo alla condizione che il backstop sia rimosso dall’attuale accordo di divorzio concluso da May.
La clausola del backstop, che cerca di garantire un confine post-Brexit a flusso libero tra l’Irlanda del Nord britannica e la Repubblica d’Irlanda, Stato membro dell’Ue, è “antidemocratica, cerca di dividere il nostro paese, di dividere il Regno Unito. Dobbiamo eliminarla e quindi potremo fare progressi”. (LaPresse)