Asta immobiliare nel sangue a Pomigliano d’Arco, sei indagati per un pestaggio

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POMIGLIANO D’ARCO – Aggressione in studio notarile per bloccare un’asta: sei indagati per turbativa e estorsione. Colpito con un pugno per impedirgli di acquistare un terreno: l’immobile finisce alla moglie dell’ex proprietario. Coinvolti soggetti tra Irpinia e provincia di Napoli. Un episodio dai contorni inquietanti ha scosso il mondo delle aste giudiziarie tra la provincia di Napoli e l’Irpinia. Un uomo, già provvisoriamente aggiudicatario di un terreno agricolo all’asta a Saviano, è stato aggredito all’interno dello studio del curatore fallimentare
in piazza Mercato a Pomigliano d’Arco, venendo di fatto impedito con la forza dal formalizzare l’acquisto. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, l’aggressione sarebbe stata premeditata e orchestrata dall’ex
proprietario del bene, affiancato da altri quattro soggetti, tutti determinati a bloccare la procedura.

Le telecamere documentano l’aggressione. L’episodio risale a pochi mesi fa, ma solo ora la Procura di Nola – al termine delle indagini
preliminari – ha chiarito i dettagli. La vittima, dopo essersi aggiudicato provvisoriamente il terreno per 36mila euro, si era recata nello studio del curatore per completare le formalità di legge. Lì, però, è stato circondato e colpito con un pugno alla testa da un 71enne di Baiano, mentre altri presenti tra cui la stessa moglie dell’ex proprietario – assistevano alla scena. Le telecamere di sorveglianza dell’area hanno registrato la sequenza dell’aggressione. Ferito e sotto choc, l’uomo non ha potuto proseguire con la procedura di acquisto. E proprio in sua assenza, il bene è stato poi assegnato alla moglie dell’ex proprietario, presente all’interno dello studio.

Un passaggio di mano che, secondo gli inquirenti, non è casuale, ma frutto di una strategia intimidatoria e violenta volta a eludere le
procedure regolari. Sei gli indagati, cinque già sottoposti a misure cautelari Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Gianluigi Apicella, hanno portato alla conclusione della fase preliminare e all’iscrizione nel registro degli indagati di sei persone, tra cui tre residenti in Irpinia.

Su disposizione del gip Simona Capasso, il 71enne autore materiale dell’aggressione è stato condotto in carcere, mentre altri due soggetti – un 36enne originario di Quindici e un secondo irpino – sono finiti agli arresti domiciliari. Un quarto indagato ha ricevuto l’obbligo di firma, e un sesto risulta a piede libero. I reati contestati sono turbativa d’asta ed estorsione, aggravati dall’uso della violenza e dalla finalità di ostacolare la libera partecipazione alle gare pubbliche. Secondo quanto ricostruito, il 71enne avrebbe anche minacciato verbalmente la vittima, intimandogli di lasciare immediata- mente l’edificio con frasi che mettevano a rischio la sua incolumità. La presenza del 36enne di
Quindici, inoltre, è stata giudicata dal gip come un fattore di rafforzamento del clima intimidatorio, volto a esercitare una pressione psicologica aggiuntiva sulla vittima.

L’episodio si intreccia con un’inchiesta parallela condotta dalla guardia di finanza di Nola, che indaga su una presunta bancarotta fraudolenta legata proprio alla gestione patrimoniale del soggetto fallito. Una trama che sembrerebbe evidenziare una strategia complessiva volta a rientrare in possesso del terreno evitando la normale procedura di liquidazione prevista dalla legge. I sei indagati sono difesi dagli avvocati
Gennaro Pecoraro, Isi- doro Bizzarro, Pompeo Le Donne, Vittorio Corcione, Carmine Panarella, Angelo Pignatelli e Silvio Sepe.

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