ROMA – La paura trombosi rallenta la campagna vaccinale: AstraZeneca sta creando non pochi problemi e perplessità sia nella popolazione che al comitato scientifico con il rischio che la macchina organizzativa nel nostro Paese rallenti e slitti l’immunità di gregge. Ad oggi mancano all’appello ancora 26 milioni i nostri connazionali che sono in attesa di ricevere la prima dose e 13,6 milioni che devono riceverne la seconda di cui 900mila a cui spetterebbe AstraZeneca a cui verrà somministrato un altro siero diverso dal primo con Pfizer e Moderna che arriveranno in soccorso in attesa che venga approvato il vaccino a mRna CureVac ancora alla seconda fase di sperimentazione. E, dopo la morte delle 18enne di Genova il ministro della Salute, Roberto Speranza ha indicato il blocco immediato alle Regioni degli open-day Che “se verranno riorganizzati si legge nel verbale del Cts, dovranno rispettare le indicazioni per fasce d’età” per cui andrà anche rivista l’organizzazione delle prenotazioni.
Le perplessità
Non le manda a dire la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “La comunicazione contraddittoria e semi assente del governo sui vaccini è ciò che più sta contribuendo a scatenare il panico tra i cittadini. Si assumano subito la responsabilità di dare risposte chiare e trasparenti agli italiani poiché milioni di cittadini sono in attesa”. E sull’allungamento dei tempi della campagna vaccinale, il Commissario all’emergenza Figliuolo gioca con le metafore: “Se si fa un piano che poggia su 4 gambe più una che poteva essere Curevac e se poi una di queste gambe viene azzoppata o limitata è chiaro che tutti i piani si rivedono. Non faccio fosche previsioni – ha detto – sono convinto che a settembre chiudiamo, ma se dovessimo aggiungere un’altra platea, ad esempio 6-15 anni, se Curevac non arriva e se ci sono altri intoppi è chiaro che non ce la faremo”.
I dati
La macchina organizzativa prevede che “entro la fine del mese dovrebbero arrivare ancora 7,2 milioni di dosi di vaccini a mRNA (5,8 di Pfizer e 1,4 di Moderna), più i 45 previsti nel terzo trimestre (31 di Pfizer e 14 di Moderna), per un totale di 52,2 milioni di siero che andrebbero incrementati da 6,5 milioni di vaccini CureVac” qualora dovesse giungere l’approvazione dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). “Una cifra che – conclude il generale Figliuolo – consente di andare lisci lisci solo se non ci saranno altri intoppi.