CANBERRA (Australia) – La donna condannata in Australia per aver soffocato i quattro figli nel corso di un decennio ha perso l’appello in tribunale contro la conclusione di un’inchiesta secondo cui i figli non sarebbero morti per cause naturali. Un numero crescente di scienziati afferma che Kathleen Folbigg sia vittima di un errore giudiziario, mentre molti altri considerano la serie di decessi troppo tragica per essere solo dovuta al caso. La Corte d’appello dello Stato del New South Wales ha respinto la sua richiesta di revisione della sentenza. L’ultima speranza di scarcerazione anticipata risiede ora in una petizione per la grazia presentata questo mese alla governatrice dello Stato, Margaret Beazley. Le condanne resterebbero, ma sarebbe rilasciata. La petizione porta le firme di 91 scienziati, medici e professionisti di scienza e medicina, tra cui due premi Nobel.
Folbigg, che ora ha 53 anni, è stata condannata nel 2003 per l’omicidio di quattro figli. La donna ha negato la propria responsabilità ed è stata condannata a 30 anni di prigione con un minimo di 25 anni da scontare prima che possa essere presa in considerazione la libertà condizionale. Il primo figlio è nato nel 1989 ed è morto 19 giorni di vita; il secondo figlio aveva 8 mesi quando morì nel 1991; due anni dopo, una bambina morì all’età di 10 mesi, mentre nel 1999 la quarta figlia morì a 19 mesi. Folbigg è stata la prima persona arrivata sulla scena in ciascuno di questi decessi. In un caso è stata stabilita causa di morte “indeterminata”, in un altro ostruzione delle vie aeree per attacco epilettico, negli altri due sindrome della morte infantile improvvisa. Nuovi elementi rimandano a mutazioni genetiche che potrebbero aver causato la morte per cause naturali dei bambini.
(LaPresse/AP)