Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha rilanciato la necessità di una “piena neutralità tecnologica” per l’industria automobilistica, definendo inaccettabile la prospettiva che l’Europa diventi “un museo a cielo aperto per ricchi turisti asiatici”. Questa posizione riflette la crescente preoccupazione per le rigide direttive di Bruxelles sulla transizione ecologica del settore.
Secondo il ministro, è fondamentale definire un’alternativa strategica per non compromettere il tessuto industriale italiano ed europeo. La proposta include il pieno supporto ai biocombustibili e il riconoscimento dei modelli ibridi, su cui si basa in parte la strategia di rilancio di Stellantis in Italia. Un approccio che vede il percorso verso il solo elettrico come una minaccia.
La posizione italiana si allinea a quella della Germania. Anche il cancelliere tedesco Merz ha infatti inviato una lettera alla Commissione Europea, esprimendo le preoccupazioni del potente comparto produttivo tedesco. Queste pressioni congiunte potrebbero portare a un rinvio a gennaio della proposta sul regolamento per le emissioni di CO2.
“Noi abbiamo un’altra visione. Non ci arrendiamo al declino industriale dell’Europa”, ha sottolineato Urso, ribadendo la sua volontà di cambiare le politiche comunitarie per tornare a essere competitivi a livello globale. L’obiettivo dichiarato è quello di contrastare un percorso che, secondo il governo italiano, porterebbe a una debolezza strutturale.
Il pressing di governanti e produttori europei, come dimostrato dal recente intervento di John Elkann alla presentazione della Fiat 500 ibrida, ha uno scopo preciso: arginare l’invasione delle auto cinesi sul mercato continentale. Il timore è che i marchi asiatici possano conquistare rapidamente quote di mercato significative, un processo che, secondo molti analisti, è già in corso e difficilmente reversibile.
Mentre in Europa si discute su come rallentare la transizione, negli Stati Uniti l’amministrazione Trump ha deciso di tornare indietro sui limiti all’efficienza energetica stabiliti dal predecessore Joe Biden. La motivazione ufficiale è che tali requisiti avrebbero contribuito a un aumento eccessivo dei prezzi delle auto nuove, rendendole inaccessibili a molti cittadini.
In America, il prezzo medio di un veicolo ha raggiunto i 50.000 dollari. L’amministrazione sostiene che i requisiti di consumo “artificialmente elevati” abbiano fatto lievitare i costi per il consumatore. Tuttavia, diversi media statunitensi hanno fatto notare come l’aumento dei prezzi sia legato anche a una precisa strategia delle case automobilistiche, che danno sempre più priorità a modelli di fascia alta, più redditizi rispetto alle vetture entry-level.
Di recente, rappresentanti di Ford, General Motors e Stellantis sono stati invitati alla Casa Bianca per un annuncio ufficiale. “Stiamo riportando in vita il settore automobilistico”, ha dichiarato il presidente Trump, lasciando intendere la volontà di allentare gli standard promossi da Biden per favorire la vendita di veicoli elettrici. Nonostante ciò, gli osservatori ritengono improbabile che un allentamento delle normative possa tradursi in un rapido calo dei prezzi per i consumatori finali.





















