ROMA – Sulle Autonomie rischia seriamente di consumarsi uno strappo grave tra Lega e M5S. Al di là dell’ottimismo che filtra dagli ambienti vicini alla Lega, per i Cinquestelle la situazione è tutt’altro che “risolta”. I nodi sono sempre esistiti ma sono venuti prepotentemente al pettine a poche ore dal Consiglio dei ministri, quello in cui Erika Stefani dovrà portare il faldone con gli accordi attesi da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che dovrà trasformarsi in firme nero su bianco del presidente del Consiglio con i rispettivi governatori, e poi in legge dello Stato. Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo un mare di questioni che non sono state risolte tra le due forze di maggioranza.
Ad esempio, al Mit Danilo Toninelli non è dell’idea di cedere sovranità sui trasporti, che siano su gomma (le autostrade) o su rotaia (le ferrovie). Sul tema sarebbe meglio lasciare le cose come stanno, con le Regioni a gestire e lo Stato centrale a detenere comunque la proprietà delle infrastrutture. Altro capitolo complicato è quello della sanità, da sempre questione spinosa nei rapporti tra Roma e gli enti locali: non solo per la delicatezza dell’argomento, ma anche per i vari risvolti che avrebbe sull’attività politica. Lasciare uno strumento così potente in mani diverse da quello dello Stato centrale, potrebbe rivelarsi un boomerang. Soprattutto per i 5S, da sempre contrari a una cessione di potere sulla materia. Non solo, perché anche sul lavoro Luigi Di Maio ha qualche remora a dismettere parte dei poteri del suo ministero.
Il timore tra i pentastellati è di dover dar torto agli oppositori dell’accordo fortemente voluto dalla Lega. Soprattutto di quelli che già vedono uno squilibrio tra Nord e Sud entro pochi anni. Oltretutto, in un momento di calo così vistoso dei consensi, con un gruppo diviso e preoccupato del futuro prossimo, concedere un altro gol agli alleati di governo – e che gol – potrebbe rivelarsi fatale. Il Carroccio, però, sull’argomento non è disposto a trattare. “Sui testi delle intese per l’autonomia differenziata è stato raggiunto l’accordo sulla parte finanziaria, si è dunque chiusa l’istruttoria con il Mef in modo positivo”, sentenziano il sottosegretario dell’Economia, Massimo Garavaglia, e il ministro agli Affari regionali, Erika Stefani, entrambi del Carroccio. “L’accordo prevede l’approdo ai costi e fabbisogni standard partendo da una fase iniziale calcolata sul costo storico”, spiegano, sottolineando che “la copertura sarà a saldo zero e le risorse sono garantire tramite la compartecipazione di imposte”. Di fatto, togliendo dal tavolo ogni possibile contestazione sulle risorse.
La Lega ha praticamente ‘blindato’ il provvedimento, chiudendo ogni possibile linea di tiro di un eventuale fuoco amico. Nel M5S, però, anche se a voce bassa, c’è chi pensa che questa sia l’occasione d’oro per rimettere in pari il rapporto con i ‘soci’ dopo la brutta batosta rimediata alle regionali in Abruzzo. Le Europee si avvicinano a grandi falcate e il Cinquestelle non sa ancora quale abito indossare.
(LaPresse/Dario Borriello)