Tav, anche l’Ue ha dubbi sull’analisi costi-benefici ‘favorevole’ al M5S

Il premier Giuseppe Conte prova a gettare acqua sul fuoco: "Nelle prossime settimane arriveremo a una decisione politica che non sarà condizionata da posizioni preconcette, ma sarà interamente mirata a realizzare l'interesse generale"

in foto Luigi Di Maio e Matteo Salvini

ROMA – L’Europa chiede chiarimenti sulla Tav, mentre il ‘signor analisi’ difende il suo operato tecnico. Anche se la tensione tra M5S e Lega resta sopra i livelli di guardia, tanto che potrebbe servire un ‘contratto di governo vol. 2’ per dirimere la questione. E il premier Giuseppe Conte assicura: “Nelle prossime settimane arriveremo a una decisione politica che non sarà condizionata da posizioni preconcette, ma sarà interamente mirata a realizzare l’interesse generale”.

Ventiquattro ore dopo la pubblicazione della discussa relazione sui costi e benefici sulla Torino-Lione non accenna, infatti, ad abbassarsi il polverone sull’opera che rischia di incrinare i rapporti tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, già delicati dopo i risultati abruzzesi.

Analisi costi-benefici nel mirino dell’Ue

Il documento, che stima costi superiori ai benefici per almeno 7 miliardi, è finito nel mirino della Commissione Ue: “Lo stiamo ancora analizzando. Certo più passa il tempo e accumuliamo ritardi, più i rischi che conosciamo aumentano. Speriamo di avere un incontro produttivo con le autorità italiane”.

A far muro sul testo ci pensa, però, Marco Ponti, presidente della commissione che ha dato vita all’analisi. “Si è molto parlato della neutralità di questo gruppo di lavoro, perché dicono che molti si sono già espressi contro la Tav. Io non credo che ci sia stato alcun atteggiamento ideologico da parte della Commissione. Possiamo discutere di conti oggi, i conti secondo noi migliorano il dibattito anche se non risolvono tutti i problemi”, prova a chiarire davanti ai deputati. Riecheggia la parole “neutralità”, ma soprattutto la volontà è quella di portare all’attenzione la validità di quanto fatto. “L’analisi è manipolabile? Sì certo, ad esempio sui parametri di ingresso. Ma altri metodi sono molto più manipolabili e infatti non sono usati”, spiega il vulcanico 77enne, finito in mezzo a un fuoco di critiche. Che non sembra però colpire Ponti perché “anche contestare i conti fatti” è un progresso nel dibattito democratico. A mettere un punto sull’analisi ci pensa il collega Francesco Ramella, che ribadisce come “i passeggeri sono troppo pochi per giustificare questo investimento”.

La voce fuori dal coro

“Ho forti ragioni di perplessità sul metodo usato per l’analisi costi-benefici, e quindi anche sui risultati che ha prodotto. Il metodo Ponti si discosta molto delle linee guida adottate da tutti i Paesi dell’Unione europea sulle analisi costi benefici”, attacca invece Pierluigi Coppola, docente di ingegneria dei Trasporti all’università di Roma Tor Vergata, unico componente della commissione analisi a non aver firmato il documento. Ponti chiude la polemica così: “Metodo Ponti? Ci sostengono premi Nobel, forse non è così…”

Lega all’attacco

Tutti convinti? Pare di no perché, se Matteo Salvini fa sapere di dover ancora leggere per bene il documento, i suoi colleghi leghisti sembrano avere le idee chiare. Il viceministro ai Trasporti, Edoardo Rixi, spiega che non realizzare la Tav sarebbe uno scenario “assurdo”, e si dice pronto al referendum. Ancora più tranchant il ministro all’Agricoltura, Gian Marco Centinaio: “L’Italia ha bisogno di infrastrutture e nel contratto di governo non c’è scritto ‘no alla Tav’. Io mi attengo a quello che è il contratto di governo. In caso contrario – avvisa – se il contratto di governo non va più bene, se non è più attuale, ci si risiede al tavolo”.

Replica grillina

La replica M5S non lascia grandi spiragli: “Ci sono dei numeri e quelli sono incontrovertibili: i costi, superano i benefici di quasi 8 miliardi”. Quindi, spiegano i pentastellati, “nonostante le stime stellari dell’analisi del 2011 insomma, l’analisi costi-benefici su Tav rimane assai negativa e dunque l’opera non va realizzata”. L’opinione è condivisa da tempo anche dai big Di Maio e Alessandro Di Battista, con il pasionario che assicura come in qualche modo tutto si risolverà.

Conte tra due fuochi ‘amici’

Per capire come serviranno tutto il talento di mediazione del premier Giuseppe Conte e, forse, qualche vertice a Chigi in più.

(LaPresse/Alessandro Banfo)

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