Torino – La voce dei ‘40mila’ a favore del Tav che arriva da Torino scuote la città e l’amministrazione comunale ma, per il momento, sembra non scalfire il governo.
L’unica apertura al dialogo arriva dalla sindaca pentastellata
La maggioranza giallo-verde si mantiene cauta. In sostanza, M5S e Lega si trincerano dietro l’attesa dei risultati della fantomatica analisi costi-benefici, “così come previsto dal contratto di governo”.
I 5 Stelle compatti sul fronte alta velocità Torino-Lione
Lo stesso vicepremier leghista Matteo Salvini ammette di essere sempre stato “convinto che un’opera cominciata è sempre meglio finirla” ma gioca di sponda e ribadisce: “nel contratto c’è l’analisi” e quindi “aspettiamo”.
Il leader del Carroccio deve vedersela con la sua base, favorevole alle grandi opere
La conferma di un malumore rispetto alla mediazione di governo arriva con la presenza in piazza a Torino di una delegazione di parlamentari leghisti: Elena Maccanti, Alessandro Benvenuto, Gualtiero Cassaratto e Marzia Casolati, pur volendo rispettare gli impegni presi con gli alleati, si dicono favorevoli alle grandi opere e ritengono che il Tav sia “fondamentale e strategico” per tutto il Paese.
Una contraddizione interna che dovrà risolversi in fretta
In vista delle regionali in Piemonte di marzo: la Lega sa bene di dover trovare una linea comune per decidere eventuali alleanze. Se, da una parte, mantenere a livello regionale i legami con il partner 5 stelle di governo o se tornare a strizzare l’occhio all’alleato storico, Forza Italia, con cui già governa regioni chiave come la Lombardia e il Veneto. In questo caso, le ragioni del ‘Sì’ dovranno prevalere.
In una piazza volutamente senza colori politici è infatti spuntata la capogruppo forzista alla Camera, Mariastella Gelmini, paladina della lotta contro un “un governo che dice no a tutto, alle infrastrutture e alla crescita”. Addirittura, secondo la deputata, da Torino deve arrivare “l’avviso di sfratto” all’esecutivo fallimentare giallo-verde.
Stessa posizione per Fratelli d’Italia
Il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida, rimanda a Beppe Grillo il suo ‘vaffa’ e con il consigliere torinese Maurizio Marrone che raccoglie firme per un referendum comunale a favore dell’alta velocità.
Più facile lanciare strali per l’opposizione Dem, da sempre favorevole all’opera
Da Salsomaggiore l’ex premier Matteo Renzi ricorda come a Torino sia in scena “la fine di chi dice solo no” e preannuncia il ritorno dei sì.
Mentre l’ex sindaco torinese Piero Fassino invita l’Italia a guardare il capoluogo piemontese come esempio di lotta contro il declino avviato dal governo.
E sembra quasi una mera ripicca la risposta del ministro per le Infrastratture, Danilo Toninelli, quando dichiara di non voler ricevere lezioni “da chi ha lasciato solo problemi giganteschi da risolvere” snocciolando tutti i ’sì’ che l’esecutivo è pronto a dare. Tranne, ovviamente, quello al Tav. Sempre, se l’analisi costi-benefici darà ragione al 5 Stelle.