Ballottaggi: centrodestra sulla graticola, Meloni chiede incontro urgente. E scoppia il caso Lombardia

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Giorgia Meloni

MILANO – Il centrodestra si lecca le ferite. La débâcle dei ballottaggi rischia di creare un effetto domino nel gioco delle alleanze, con un equilibrio ancora più precario dopo il 7-4 del secondo turno delle amministrative. Che pesa e fa discutere. La presidente di Fratelli, Giorgia Meloni nel day after chiede un incontro urgente fra i leader del centrodestra e nel contempo sfida il segretario del Pd, Enrico Letta, in un testa a testa alle urne. Ma agli alleati dice con chiarezza: “Occorre parlarsi subito per fermare le polemiche e ricordarsi che l’avversario è sempre la sinistra e mai il partito alleato. Basta litigi, a partire dalla Sicilia”.

Meloni è “sorpresa e irritata” non per i risultati ma per come si è arrivati alla sconfitta a Verona. Uno stato di animo che la leader di FdI oggi non ha nascosto in un video pubblicato su Facebook, indispettita dall’atteggiamento dagli altri componenti della coalizione. Chi ha avuto modo di parlare con la presidente di FdI fa notare che la stessa non ha digerito il colloquio consegnato domenica a ‘La Stampa’ dal leader della Lega, Matteo Salvini. “Un attacco a Sboarina a urne aperte”, confidano, che avrebbe fatto saltare sulla sedia Meloni.

“Il candidato sbagliato non era Sboarina, piuttosto Tosi”, tuonano dal partito di via della Scrofa che vedono nello svilupparsi degli eventi una vera e propria strategia per screditare FdI. Ora gli occhi sono puntati sulla città di Romeo e Giulietta, “dove la sconfitta si poteva evitare”, ma nessuno – è il ragionamento in casa FdI – parla del fallimento cocente a Monza e Alessandria. La città lombarda, fortino di Forza Italia, ha fatto da location per l’unico comizio di Silvio Berlusconi in vista dei ballottaggi, mentre Alessandria è l’indiscutibile feudo di Riccardo Molinari, capogruppo del Carroccio alla Camera.

Insomma, lamentano da FdI, “se bisogna fare un’analisi bisogna mettere nel calderone tutto. Non solo quello che fa comodo”. Ora l’appello a sedersi al tavolo è stato accolto da Salvini. Ma è escluso che i tre leader riescano, tuttavia, a vedersi entro questa settimana, anche perché con la sconfitta a caldo sarebbe controproducente discutere anche di Nello Musumeci e della sua ricandidatura. Altra gatta da pelare. Come del resto potrebbe finire sul piatto il caso Lombardia che, con il dualismo tra Attilio Fontana e Letizia Moratti, potrebbe diventare un altro nodo da sciogliere.

“Io sono a disposizione del centrodestra, saranno i partiti a decidere”, ribadisce la vicepresidente della Regione. Parole che arrivano in una giornata segnata dall’incontro pomeridiano di circa un’ora e mezza a Palazzo Lombardia a cui partecipano Salvini, il vicesegretario leghista Giancarlo Giorgetti, Fontana e il segretario lombardo del Carroccio, Fabrizio Cecchetti. “Fontana è il candidato naturale”, sostengono dalla Lega. E il governatore sottolinea: “Ero pronto a proseguire il mio lavoro, a questo punto lo voglio fare ancora con maggiore determinazione”.

Dal canto suo, dopo aver incrociato Salvini nel garage di Palazzo Lombardia, Moratti chiarisce: “Ci vedremo prossimamente”. E perché no anche con Silvio Berlusconi. Con il leader azzurro che convoca lo stato maggiore di Forza Italia ad Arcore, lancia un altolà sulle divisioni nella coalizione e in un video su Instagram, intanto, rilancia: “Sarò io stesso a promuovere un confronto approfondito con i nostri alleati per disegnare l’Italia del futuro e vincere le prossime elezioni nazionali”.

Il Cavaliere, quindi, sottolinea che “in tutt’Italia, il centrodestra vince quando presenta candidati esperti dal profilo moderato, preparati, capaci, di Forza Italia o comunque dell’area di centro”. E, dopo una giornata convulsa, dallo staff leghista chiariscono che Salvini non ha mai avuto in programma ad Arcore da Berlusconi. Un bilaterale a sorpresa, d’altronde, avrebbe fatto esplodere il pentolone già bollente del centrodestra.(LaPresse)

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