Nuoto, nuove medaglie azzurre: nei 5 km argento Paltrinieri e bronzo Gabrielleschi

Insaziabile Paltrinieri. Il fenomeno carpigiano non sente la stanchezza e aggiunge un'altra medaglia al suo bottino ungherese, conquistando l'argento nella 5 km al Lupa Lake.

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MILANO – Insaziabile Paltrinieri. Il fenomeno carpigiano non sente la stanchezza e aggiunge un’altra medaglia al suo bottino ungherese, conquistando l’argento nella 5 km al Lupa Lake. Un’ora dopo ci pensa poi Giulia Gabbrielleschi, nella gara femminile, a spingere la spedizione azzurra verso la storia: la fiorentina agguanta il bronzo e porta il medagliere delle discipline acquatiche a quota 17. Battuto il precedente record che risaliva a Budapest 2017, chiuso dall’Italnuoto con 16 podi. In sintesi: azzurri mai così vincenti in un’edizione del Mondiale. Reduce dal bronzo in staffetta, nella 5 km Greg viene preceduto solo dall’olimpionico e campione in carica della 10 km Florian Wellbrock, che si impone per la prima volta nella distanza iridata chiudendo in 52’48″8. Dopo una gran battaglia con il tedesco, Paltrinieri, tornato con una prestazione da urlo sul trono mondiale dei 1500 stile libero, ferma il cronometro su 52’52″7, a +3″9. Non è bastato l’assalto finale: “Con Wellbrock faccio fatica a nuotare un testa a testa, l’avevo capito ai 2 km che non ce l’avrei fatta”, ha ammesso Greg. “Lottiamo per non far passare uno davanti l’altro. Abbiamo spinto sin dall’inizio, abbiamo sgranato il gruppo. E’ la gara che piace a me. Con lui però nel finale non c’è storia. Se passa è difficile stargli dietro con quelle gambe alte e il ritmo crescente”. In ogni caso, ha aggiunto, l’argento “ha un valore enorme perché c’erano tutti i più grandi a livello mondiale compreso il campione ungherese Rasovsky. Non è facile fare tante gare nello stesso campionato, c’è grande stanchezza ed il calendario non aiuta”. La certezza è che a Greg la fame non è passata, anzi: “Ora c’è un giorno di riposo per ricaricarmi in vista della distanza olimpica. Sarà un altro tipo di gara e vedremo che succederà”.

A completare il podio, l’ucraino vicecampione olimpico dei 1500 stile libero Mykhailo Romanchuk (53’13″9), che ha festeggiato sventolando orgogliosamente la bandiera del suo paese. Da registrare, poi, l’ottimo quarto posto di Domenico Acerenza (53’22″6), al termine di una gara condita da orgoglio e sofferenza: “Ho spinto senza mai mollare, ma è stata dura sin dall’inizio. Il ritmo dei primi era quasi insostenibile”, ha commentato il potentino. “Sono riuscito a stare con loro a fatica; gli ultimi metri avevo i crampi e mi vedevo già soccorso dai medici al traguardo…”, ha aggiunto sorridendo. Per l’Italia del fondo è il secondo argento mondiale della distanza dopo quello di Mario Sanzullo a Budapest 2017: allora, si gareggiava sul Balaton. L’unico successo resta quello ottenuto da Luca Baldini a Fukuoka 2001. Le acque del Lupa Lake sono invece di bronzo per Giulia Gabbrielleschi, che si attacca subito ai piedi dell’olimpionica e pluricampionessa internazionale Ana Marcela Cuna, grande favorita della vigilia. Come previsto, la brasiliana è imprendibile e trionfa in 57’52″9, davanti alla veterana francese Aurélie Muller (57’53″8). La fiorentina chiude al terzo posto in 57’54″9, precedendo la tedesca Leonie Beck, ieri oro in staffetta, a +3″3.

“Sono al settimo cielo, non mi aspettavo di fare così bene considerata la temperatura dell’acqua che superava i 27 gradi”, le parole della 27enne azzurra, alla prima medaglia individuale. “Io mi trovo bene in acque fredde, come lo scorso anno in occasione degli europei nello stesso lago. La gara invece è uscita bene e la tattica pianificata col mio coach Massimiliano Lombardi è risultata vincente. Sapevamo – ha aggiunto – che Cunha sarebbe partita, sono riuscita a seguirne il ritmo, l’ammonizione rimediata nel concitato finale non mi ha distratto dall’obiettivo. Speriamo che questa medaglia sia di ispirazione anche per la 10 chilometri”, ha detto. “Questa medaglia la volevo fortemente; un po’ per il percorso tecnico intrapreso e un po’ per i grandi sacrifici giornalieri che facciamo”. Gabrielleschi ha eguagliato così la medaglia che nella 5 km aveva conquistato solo la leggendaria Viola Valli con due vittorie storiche nel 2001 a Fukuoka e nel 2003 a Barcellona. Sesto posto per l’altra azzurra Ginevra Taddeucci (58’00″4): “La gara è stata un po’ diversa dal solito, sono abituata alle 10 km di Coppa Len e la tattica è più graduale. Ho un po’ di rammarico – ha ammesso la fiorentina allenata da Giovanni Pistelli – perché avrei voluto fare meglio. Ho provato ad attaccare Cunha, ma lei è la padrona e non me lo ha permesso. Poi ho perso un po’ d’acqua nel finale”.

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