AREZZO – Sono circa 2.200 le parti civili – quasi tutti ex detentori di obbligazioni subordinate – ammesse al processo con rito ordinario per il crac di Banca Etruria. Tra le parti civili ammesse anche quella di Lidia Di Marcantonio, vedova di Luigino D’Angelo, il risparmiatore di Civitavecchia che si tolse la vita il 28 novembre 2015 dopo aver affidato 110 mila euro alla filiale locale della Bpel. Ammessi, inoltre, il Comune di Arezzo. e il liquidatore della vecchia Banca Etruria, Giuseppe Santoni. E’ stata esclusa solo una piccola parte di istante private per irregolarità formali. Lo ha deciso il collegio del tribunale di Arezzo, presieduto dal giudice Gianni Fruganti, al termine della terza udienza che si è svolta oggi.
La decisione
Nel processo in rito ordinario sono alla sbarra altri 25 imputati. Questi chiamati a rispondere del default dell’ex istituto di credito aretino. Ciò con accuse diverse in base ai ruoli ricoperti nella banca che fu prima commissariata e poi messa in risoluzione. Tra i 25 imputati ci sono ex consiglieri di amministrazione, ex revisori ed ex dirigenti. In rito abbreviato sono già stati giudicati e condannati per bancarotta fraudolenta a cinque anni l’ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari e l’ex direttore generale Luca Bronchi, e a due anni l’ex vice presidente Alfredo Berni, mentre per bancarotta semplice è stato condannato a un anno l’ex membro del cda Rossano Soldini.
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Banca Etruria, processo per crac: ammesse oltre 2000 parti civili
Sono circa 2.200 le parti civili - quasi tutti ex detentori di obbligazioni subordinate - ammesse al processo con rito ordinario per il crac di Banca Etruria.