ROMA – Nuovo allarme per la ripresa dell’economia. Dopo l’allerta firmata Istat sul crollo della fiducia per famiglie e imprese, dal mondo del credito emerge un dato preoccupante: è sempre più difficile ottenere un finanziamento. Il dato è certificato da Unimpresa: i prestiti al settore privato sono crollati, negli ultimi 12 mesi, di 58 miliardi, un calo del 4% rispetto all’anno precedente.
I dati
E ancora: il totale delle rate non pagate dalle imprese e dalle famiglie è passato in soli due mesi da 31,8 miliardi a 33,4 miliardi con un incremento superiore al 5%. Sul calo dei prestiti pesa, in particolare, il crollo delle erogazioni in favore delle aziende, diminuite di oltre 56 miliardi da 733 miliardi a 676 miliardi (-7,6%). Per quanto riguarda le famiglie, invece, credito al consumo (+8 miliardi) e mutui per le abitazioni (+4 miliardi) attenuano la discesa degli “impieghi” totali, causata dalla diminuzione dei prestiti personali (-14 miliardi). In totale, lo stock di impieghi al settore privato è diminuito di oltre quasi 60 miliardi, passando da 1.362 miliardi a 1.304 miliardi: in media quasi 5 miliardi al mese tagliati ad aziende e cittadini. Sono calati tutti i tipi di finanziamenti alle imprese: quelli fino a 1 anno di 39 miliardi, quelli fino a 5 anni di 3 miliardi e quelli oltre 5 anni (lunga durata) di 22 miliardi. “Si è di nuovo fermato il motore del credito, è un allarme rosso per la ripresa dell’economia. Il fatto che le sofferenze hanno invertito la tendenza”, commenta amaro il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.
La situazione
Per quanto riguarda i prestiti non rimborsati, si registra un rilevante calo delle sofferenze lorde, diminuite in totale di 63,4 miliardi (-38,76%) dai 163,5 miliardi di febbraio 2018 ai 100,1 miliardi di febbraio 2019. Il rapporto tra sofferenze lorde e prestiti è passato dal 12,01% al 7,68%. Sono calate di 46,3 miliardi (-40,74%) le rate non pagate dalle aziende, scese da 113,8 miliardi a 67,4 miliardi; in diminuzione di 10,7 miliardi (-32,59%) anche i crediti deteriorati riconducibili alle famiglie, passati da 32,9 miliardi a 22,1 miliardi e continuano a calare anche quelli legati alle imprese familiari, scesi da 13,5 miliardi a 8,1 miliardi, in contrazione di 5,4 miliardi (-39,93%). Ultima postilla: tornano a salire i crediti deterioriati delle banche italiane: nei primi due mesi del 2019, rispetto a dicembre 2018, le sofferenze nette sono aumentate di quasi 2 miliardi di euro. Un’altra cartina di tornasole che indica le difficoltà della nostra economia, ancora in attesa degli effetti di dl crescita, reddito di cittadinanza e sblocca-cantieri.
di Alessandro Banfo