Banche, Franco: “Uscita Stato da Mps e PopBari in tempi sostenibili”

Nel 2022 Mps dovrebbe sostenere oneri straordinari di ristrutturazione e registrare a fine anno una perdita, con ritorno all'utile nel 2023.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Daniele Franco

MILANO – Nel 2022 Mps dovrebbe sostenere oneri straordinari di ristrutturazione e registrare a fine anno una perdita, con ritorno all’utile nel 2023. E l’aumento di capitale sarà da realizzarsi nel 2022, una operazione alla quale dovranno partecipare anche soggetti diversi dallo Stato, investitori privati. A tracciare la road map è stato il ministro dell’Economia Daniele Franco in Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario, audito in merito alle partecipazioni dello Stato nel settore bancario, quindi non solo su Rocca Salimbeni ma anche su Banca Popolare di Bari. Il titolare del Mef ha spiegato che solo dopo l’aumento di capitale “verosimilmente” il Ministero “valuterà la cessione della sua partecipazione in Mps. E in audizione le domande dei parlamentari hanno puntato sul tema della italianità. Così dopo che il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi, ha paventato che il Monte finisca nelle mani di operatori stranieri, da Franco è arrivata la risposta che attualmente “non ho notizia di un acquirente francese”.

Il ministro ha spiegato che la trattativa che il Mef ha con la Commissione europea sulla dilazione dei termini per la cessione di Mps punta anche a far sì che le misure compensative chieste da Bruxelles a fronte del mancato raggiungimento degli obiettivi “siano realistiche e che non compromettano il piano industriale della banca”.

Più in generale le banche italiane evidenziano nell’ultimo anno “una solvibilità e una redditività soddisfacente”, ha riferito il ministro: “la qualità del credito è stabile, l’incidenza dei crediti deteriorati si è ridotta e lo scorso anno la redditività è migliorata”. E in tema di tensioni legate al conflitto in Ucraina – assicura l’esponente del governo Draghi – l’esposizione diretta delle banche italiane verso la Russia è di 29 miliardi pari, allo 0,7% delle attività finanziarie”, quindi “contenuta”.

Sul ruolo dello Stato nelle partecipazioni bancarie Franco ha parlato di una presenza che “deve essere temporanea e non deve alterare la concorrenza”. Il Mef come investitore paziente in queste aziende – ha detto – deve prestare la massima attenzione che l’uscita dallo Stato da queste aziende avvenga in modo sostenibile per le aziende stesse e per il nostro sistema economico.

Sul fronte PopBari, Franco ha sottolineato che “è importante che prosegua nel contenimento dei costi, superata questa fase si potrà considerare la vendita della partecipazione statale che presuppone il superamento delle difficoltà attuali”. Su PopBari non c’è una scadenza, vi è un “percorso di ritorno a condizioni di redditività, chiuso il quale vi fossero offerte di acquisto andranno valutate, al momento non mi risultano esservi queste ipotesi di acquisto, non mi aspetto eventi in tempi brevi”. Sollecitato dai parlamentari su una ipotesi di polo bancario del Sud, Franco ha ribadito che “è importante che Banca Popolare di Bari non perda più e sia una banca che acquista quote di mercato e contenga i costi. Dopo di che può diventare un polo in cui possono confluire altre banche del Meridione”. Un polo quindi che si potrebbe costituire “in prospettiva, ma Banca Popolare di Bari deve stare in piedi bene da sola, dopo di che puo’ senz’altro contribuire a offrire migliori servizi creditizi al sud e essere un polo aggregante”.

E sempre in tema di risiko bancario, per il ministro Franco “avere un terzo o quarto polo di dimensioni significative aiuterebbe ad avere un grado di concorrenza adeguato in tutto il Paese: sta agli operatori privati farsi vivi e fare proposte”. Il messaggio che arriva dal titolare del Mef è “se lo facessero le valuteremo con la massima attenzione”.

Di Laura Carcano

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