MILANO – La mossa di Intesa Sanpaolo su Ubi, contrastata con forza dai soci riuniti nel patto di consultazione Car, sembra aver messo in moto un processo di consolidamento del sistema bancario italiano che potrebbe coinvolgere a breve altri istituti di credito. Ma parallelamente sembra essere scattato un vero e proprio risiko dei capi-azienda.
A far partire il pronti-via e a tener desta l’attenzione di investitori, analisti e mercati, è stato l’annunciato addio dell’amministratore delegato di Mps Marco Morelli che ieri ha comunicato al cda dell’istituto che non sarà disponibile a un rinnovo dell’incarico in scadenza con la prossima assemblea di bilancio in agenda il prossimo 6 aprile. E rumors di mercato lo vedono in possibile avvicinamento a Unicredit dove l’attuale ceo Jean Pierre Mustier sarebbe a un passo dal trasloco verso il colosso londinese Hsbc.
Nel pomeriggio voci raccolte da Bloomberg davano Mustier in uscita nel giro di ore e questi rumors, a ridosso della chiusura di Borsa, hanno contribuito al tonfo del titolo che ha chiuso a Piazza Affari in calo del 3,99% a 13,18 euro. L’uscita di Morelli da Mps potrebbe invece coincidere con un riassetto della banca senese e a matrimoni che potrebbero riguardare Bper, Bpm (anche se il ceo Giuseppe Castagna soltanto ieri ha negato ogni iniziativa di questo genere) e la stessa Ubi se lo stop all’Opa di Intesa Sp andasse fino in fondo.
In queste ore i soci Ubi stanno valutando come rispondere all’Ops lanciata dalla banca guidata da Carlo Messina. E la partita dopo il no dei soci riuniti nel Car, appare apertissima. Oggi ha fatto sentire la sua voce il consiglio direttivo dell’associazione Azionisti Ubi-Banca che hanno valutato “nel complesso positivamente le finalità e i contenuti dell’offerta pubblica di scambio proposta da Intesa San Paolo, ritenendo che l’operazione potrà garantire tanto agli stakeholders della nostra banca che al sistema paese nuovi e notevoli spunti di solidità e sviluppo, creditizio e sociale”.
Il presidente dell’associazione, Giorgio Jannone spiega: “Abbiamo il massimo rispetto per tutte le variegate posizioni che sono state rese pubbliche negli ultimi giorni, ma, dal punto di vista dei soci che rappresentiamo e della nostra associazione, rileviamo che l’Ops di Intesa Sanpaolo ha indubbiamente comportato, sin dagli esordi, effetti oggettivamente positivi, con potenzialità prospettiche di assoluto rilievo. Il giudizio positivo delle autorità di Vigilanza e dei mercati e il conseguente apprezzamento del titolo vanno, doverosamente, tenuti in considerazione”. (LaPresse)