Bankitalia: i tassi di interesse “si mangiano” gli effetti positivi della manovra

Allarma di Banklitaliia sui tassi di interesse del debito pubblico, che stanno annullando gli effetti espansivi della manovra finanziaria del Governo. Lo spread rischia di costare agli italiani 5 miliardi nel 2019

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 31-10-2018 Roma Politica Giornata Mondiale del risparmio 2018 Nella foto Ignazio Visco Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 31-10-2018 Roma (Italy) Politic World Savings Day 2018 In the pic Ignazio Visco

ROMA – I tassi di interesse in rialzo “si mangiano” gli effetti espansivi della manovra di Governo, secondo quanto afferma Bankitalia nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria. La legge di bilancio determinerebbe, nelle valutazioni ufficiali, una maggiore crescita rispetto al tendenziale di circa 0,6 punti percentuali nel 2019. Tuttavia, “il rialzo dei tassi di interesse sul debito pubblico registrato da maggio rischia di vanificare l’impulso espansivo atteso dalla politica di bilancio”. La Banca centrale fa notare che l’accelerazione prevista del Pil “presuppone moltiplicatori di bilancio piuttosto elevati”. E in questo caso c’è un’incognita. Infatti, “effetti o impatto sulla crescita e quindi sul peso del debito dipenderanno dalle misure specifiche e dal mantenimento della fiducia degli investitori”.

Lo spread alle stelle, 5 miliardi a rischio nel 2019

L’impennata dello spread può costare “oltre 5 miliardi nel 2019”, con i Btp che hanno perso “circa il 9%” del valore dallo scorso maggio. “L’incremento dei tassi all’emissione dei titoli di Stato – spiega via Nazionale – ha determinato negli ultimi sei mesi un’espansione della spesa per interessi di quasi 1,5 miliardi rispetto a quella che si sarebbe avuta con i tassi che i mercati si aspettavano in aprile”. Questo costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020 se i tassi dovessero restare “coerenti con le attuali aspettative dei mercati”. Bankitalia evidenzia che “da maggio i rendimenti dei titoli di Stato italiani hanno subìto un marcato e persistente rialzo”. Di conseguenza, e il valore medio di mercato dei titoli in circolazione “si è ridotto di circa il 9 per cento”.

Gli investitori esteri vendono in massa

Verso la fine di maggio “le condizioni di liquidità nel mercato secondario dei titoli di Stato si sono rapidamente deteriorate”. Questo è avvenuto anche per le “ingenti vendite da parte di investitori esteri”. C’è quindi un calo di fiducia nei confronti dell’Italia. “Nella seconda metà di maggio il premio per il rischio sui titoli governativi italiani è rapidamente aumentato su tutte le scadenze”. Questo avviene “in particolare sul tratto a breve termine, analogamente a quanto avvenuto durante la crisi del debito sovrano del 2011-12”, spiega via Nazionale. A questo proposito viene sottolineato che “il peggioramento è stato temporaneo, ma assai più brusco di quello registrato alla fine del 2011”.

 

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