Bankitalia, Rossi indisponibile al secondo mandato. Si riapre la partita nomine

Al momento sono due i punti fermi del direttorio: il governatore Ignazio Visco, in carica fino al 2023, e il terzo vicedirettore Fabio Panetta

Marco Merlini / LaPresse

ROMA – Nella partita delle nomine arriva il colpo di scena. L’addio del direttore generale di Bankitalia Salvatore Rossi, che con una lettera ai dipendenti di palazzo Koch ha comunicato la sua indisponibilità a un secondo mandato, dopo 43 anni nell’istituto. Rossi, che lascia anche l’incarico di presidente dell’Ivass, ha garantito che “per assicurare la funzionalità dei due istituti uscirò formalmente solo dopo che sia stato completato l’iter della mia sostituzione. E comunque entro il 9 maggio, scadenza naturale del mio mandato”.

Si riapre la questione nomine ai vertici di Bankitalia

Si fa dunque ancora più urgente la necessità di chiudere una partita complessa, che si era aperta a gennaio con la scadenza dell’incarico di Luigi Signorini, vicedirettore generale. Allora sia Luigi Di Maio che Matteo Salvini avevano tuonato contro i vertici di via Nazionale chiedendo “discontinuità”. Perché, aveva detto il leader pentastellato, “non possiamo confermare le stesse persone che sono state nel direttorio di Bankitalia” ai tempi delle crisi che hanno coinvolto i risparmiatori.

Di Maio e Salvini contro i vertici di via Nazionale

“Siamo qua perché chi doveva controllare non ha controllato, la Banca d’Italia e Consob andrebbero azzerati”, aveva incalzato il Capitano. La successione di Signorini era stata di fatto congelata lasciando un posto vuoto nel direttorio, in vista di altre due scadenze, entrambe a maggio. Quella dell’altra vice Valeria Sannucci e quella di Rossi, numero due dopo Visco. Ora, con la decisione del Dg di tirarsi fuori dal gioco, la questione andrà necessariamente aperta e risolta.

Visco e Panetta i punti fissi

Al momento sono due i punti fermi del direttorio. Il governatore Ignazio Visco, in carica fino al 2023, e il terzo vicedirettore Fabio Panetta, il cui mandato è stato rinnovato alla fine dello scorso anno. Proprio Panetta potrebbe essere in pole per salire all’incarico di Dg, mentre non è escluso il ritorno dello stesso Signorini.

L’addio del direttore generale Rossi

Di certo c’è l’addio di Rossi dopo quasi 43 anni “di un percorso professionale tutto avvenuto all’interno della Banca e poi anche dell’Ivass”, scrive nella sua lettera, che sono stati “per me molto belli e pieni. Nonostante le difficoltà e le turbolenze attraversate”, in cui “mi sono adoperato per far sì che la Banca d’Italia mantenesse la sua natura di istituzione al servizio dell’interesse pubblico. Ma che cambiasse quando e dove necessario”. E che “l’Ivass compiesse la transizione rispetto all’assetto precedente e si rilanciasse all’esterno”.

Il futuro è lontano dagli incarichi in prima linea, o almeno così se lo immagina Rossi, spiegando che gli piacerebbe “trasmettere quel che ho imparato finora a quante più persone possibile, di ogni età e condizione culturale. Attraverso strumenti come l’insegnamento, libri e articoli, interventi sui media. Ovviamente nel mio stile, che si sforza di essere non accademico e comprensibile. Vedremo”.

(LaPresse/di Antonella Scutiero)

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