BARCELLONA – Il 17 agosto 2017 i mostri dell’Isis, in due attentati, stroncarono la vita di 14 persone, a passeggio sulle Ramblas di Barcellona, e quella di altre due, nella cittadina di Cambrils. Tra di loro, rimasero uccisi anche due giovani italiani, Luca Russo e Bruno Gulotta. Un anno dopo, la città catalana si chiude nel ricordo delle vittime innocenti di una strage senza senso. In questo triste anniversario, la cerimonia di commemorazione delle vittime si è svolta stamattina in Plaza Catalunya. La piazza, che oggi appare stracolma, si trova in fondo al viale di Las Ramblas, proprio dove un anno fa avvenne il più grave dei due attacchi terroristici.
Barcellona un anno dopo
Barcellona appare blindata in questa triste giornata, chiusa nel lutto e nel ricordo. Presenti alla cerimonia di commemorazione tutti gli esponenti del governo, tra cui il premier Pedro Sanchez, il presidente catalano Quim Torra e il re di Spagna Felipe VI. In una dichiarazione ufficiale, la sindaca Ana Colau ha letto, commossa, i nomi delle vittime. “La tristezza è stata enorme e lo è ancora, è stato un attacco vigliacco e senza alcuna giustificazione. Ma Barcellona ha reagito affermando la propria natura di città aperta. Non ci ha contagiato l’odio. Non siamo caduti nella tentazione di dare la colpa di quel massacro a una cultura o a una religione“, ha detto la Colau.
Lo striscione contro Felipe VI: “Il re non è il benvenuto”
Nonostante la cerimonia in ricordo delle vittime del terrorismo islamico, c’è stato spazio anche per le polemiche politiche. Ad accogliere il re Felipe VI, giunto a Barcellona con la moglie Letizia per presenziare la cerimonia, uno striscione esposto contro di lui dagli indipendentisti catalani. “Il re di Spagna non è il benvenuto nei paesi catalani“, recita in inglese la scritta sul cartellone, apposto accanto a un ritratto del re a testa in giù in piazza della Catalogna.