BARI – Sono 18 le parti offese riconosciute dalla procura di Bari a conclusione delle indagini della Guardia di Finanza sul medico oncologo barese Giuseppe Rizzi, accusato di concussione e truffa aggravata ai danni dei pazienti. Il pm ha integrato il capo di imputazione e ha contestato un’altra condotta al medico destinatario di ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari eseguita a maggio 2021. Nello stesso procedimento è imputata la compagna del medico, un avvocato, rimasta a piede libero. In sede di udienza preliminare c’è stata la costituzione di parte civile dei familiari del 60enne di Foggia, deceduto nel 2019, caso da cui partì l’inchiesta. La difesa del medico ha rinnovato la disponibilità al risarcimento avanzata lo scorso mese di novembre.
Secondo l’accusa, “il medico abusando della qualità e dei poteri di pubblico ufficiale, dirigente presso il Dipartimento di oncologia dell’Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari” da cui è stato licenziato “durante lo svolgimento della sua attività professionale sia in orario di servizio che fuori turno e, comunque, non in regime di attività intra od extramoenia, eseguiva su pazienti oncologici, affetti da accertata e grave patologia, e in trattamento presso il citato Istituto, prestazioni mediche e in particolare iniezioni di un farmaco, la cui somministrazione era a titolo gratuito in quanto a totale carico del sistema sanitario nazionale”. Il medico avrebbe “costretto i pazienti al pagamento in suo favore di somme di denaro nonché di altre utilità sia presso la struttura ospedaliera, sia presso il patronato Caf in uso alla compagna, adibito ad ambulatorio medico”.
L’8 ottobre scorso è stato eseguito nei confronti del medico un decreto di sequestro di beni, del valore complessivo di 3 milioni di euro. Sotto sequestro una villa a Bari Palese, terreni a Bitonto (Bari), saldi attivi di rapporti bancari, la somma di circa 1,9 milioni di euro rivenuta nell’abitazione dell’oncologo e i numerosi reperti archeologici.
(LaPresse)