MILANO – Durante i controlli serali agli imbarchi del porto di Bari, ufficiali e agenti della polizia di frontiera marittima barese, in collaborazione con i finanzieri del II Gruppo Bari, hanno inferto un duro colpo alle associazioni criminali transazionali. Sequestrate 196 carte di identità italiane rubate ‘in bianco’. Rubate da ignoti, nel dicembre del 2015 negli uffici del Comune di Piacenza e destinate in Albania. Dove sarebbero state immesse in un circuito illegale e destinate alla criminalità organizzata.
Questi documenti, infatti, se immessi sul mercato nero, specie se extracomunitario, avrebbero fruttato un ingente introito alle associazioni criminali. Oltre a consentire agli utilizzatori finali di assumere qualsiasi identità, con il rischio che commettessero reati di varia natura.
Già in passato – si legge in una nota – diversi cittadini stranieri, in possesso di documenti italiani rubati in bianco e compilati con la loro foto e con generalità di fantasia, sono stati scoperti alla frontiera. Nella circostanza, dichiaravano di essersi procurati i documenti di identità tramite organizzazioni criminali. A cui avevano corrisposto ingenti somme di denaro, anche 5mila euro, per ogni documento italiano autentico e, quindi, potenzialmente utile a conseguire il loro fine. “Il sequestro eseguito nel porto di Bari ha sottratto alla malavita un guadagno a dir poco milionario”, assicurano polizia di frontiera e Gdf.
(LaPresse)