MILANO – I tassi d’interesse per il momento rimangono dove sono, anche se aumenta la possibilità di vederli a breve toccare nuovi minimi storici, visto che ora l’indicazione messa nero su bianco parla di livelli “pari o inferiori” agli attuali da qui alla metà del 2020.
Ma la notizia più importante in arrivo da Francoforte, dove si è riunito il Consiglio direttivo della Bce, è che per riportare l’inflazione in carreggiata si studierà un nuovo pacchetto di misure, che potrebbe comprendere un rafforzamento della forward guidance, un sistema a più livelli di remunerazione delle riserve e un eventuale nuovo programma di acquisto titoli.
“Non affermiamo semplicemente la nostra determinazione, ma facciamo un passo ulteriore”, ha messo in chiaro Mario Draghi, commentando in conferenza stampa il mandato fornito in questo senso ai comitati dell’Eurosistema e al tempo stesso precisando che al momento non è stato definito un ordine preciso di entrata in vigore e non ci sono misure preferite ad altre. “Non siamo ancora a quel punto”, la chiosa del presidente, che di fatto aggiorna la discussione alla prossima riunione, in agenda il 12 settembre.
Se il dibattito pare ancora aperto all’interno dello Consiglio direttivo rispetto alla composizione del pacchetto – Draghi ha osservato come sia “normale che ci siano opinioni diverse sulle sfumature” – a mettere d’accordo tutti i membri è stata la valutazione dell’attuale quadro economico dell’eurozona. Un quadro, va detto, tutt’altro che positivo, per quanto i rischi di recessione appaiano ancora “abbastanza bassi, nel complesso”, come confermato dal numero uno della banca centrale.
“L’outlook continua a peggiorare, soprattutto nella manifattura e soprattutto in quei paesi dove la manifattura è più importante”, è la sintesi di Draghi, per cui un rimbalzo della crescita dell’area euro appare ora “meno probabile”, considerato che i segnali sembrano anticipare un indebolimento dell’economia anche per il secondo e terzo trimestre. Nessuna rassegnazione, comunque, anche se la situazione dell’inflazione viene descritta inaccettabile. Piuttosto, una chiamata alle armi anche per il mondo politico.
“Le politiche monetarie hanno fatto e fanno tanto”, ha avvisato l’ex governatore di Bankitalia, “ma se prosegue questo deterioramento la politica fiscale diventerà essenziale”. Da segnalare, infine, il via libera del Consiglio direttivo alla nomina di Christine Lagarde alla presidenza della Bce a partire da novembre. “Sarà un presidente eccezionale”, ha voluto sottolineare lo stesso Draghi in conferenza stampa. (LaPresse)