MILANO – La Bce cambia volto. Per la prima volta in vent’anni la banca centrale dell’Eurozona rivede la propria strategia di politica monetaria. Il passaggio è formale, ma storico: l’obiettivo primario di Francoforte – quello legato al target di inflazione – cambia formula con un approccio che tollera più flessibilmente sforamenti al di sopra o al di sotto della soglia del 2%. Una flessibilità a cui però si aggiunge un impegno ‘simmetrico’ verso questa cifra.
Cosa si intenda con simmetria è presto detto: la Bce spiega che “il Consiglio direttivo considera le deviazioni negative e positive da questo obiettivo ugualmente indesiderabili”.In pratica Francoforte sottolinea che quando i tassi di interesse si avvicinano “al limite inferiore” si renderà necessaria “un’azione di politica monetaria particolarmente forte o persistente per evitare deviazioni negative dall’obiettivo di inflazione”. Questo può anche implicare “un periodo transitorio in cui l’inflazione è moderatamente sopra il target” fissato ovvero il 2% simmetrico. E se il taglio dei tassi rimane la principale arma in mano a Francoforte, la Bce ribadisce che tutti gli altri strumenti di politica monetaria rimarranno pronti nella ‘cassetta degli attrezzi’ volta a tarare l’inflazione e sostenere le economie dei Paesi dell’area euro.
Il Consiglio direttivo della Bce conferma in particolare che “l’insieme dei tassi di interesse della Bce rimane lo strumento primario di politica monetaria” e che “altri strumenti come la forward guidance, gli acquisti di asset e le operazioni di rifinanziamento a lungo termine, che nell’ultimo decennio hanno contribuito a mitigare i limiti generati dal limite inferiore sui tassi di interesse nominali, rimarranno una parte integrante della cassetta degli attrezzi della Bce, da utilizzare adeguatamente”. Una chiara dichiarazione di maggiore flessibilità e un elemento che può avvantaggiare i Paesi storicamente più sensibili agli acquisti di Francoforte, tra cui l’Italia.
Per la prossima revisione la Bce non intende più aspettare 20 anni. Lo spiega la presidente Christine Lagarde in conferenza stampa, precisando che una nuova revisione è in agenda già nel 2025. La nuova definizione target “elimina ogni ambiguità”, sostiene Lagarde, per cui il 2% “è chiaro e facile da comunicare e fornisce un solido ancoraggio per le aspettative di inflazione. Ribadisce la formulazione precedente di ‘inferiore ma sotto il 2%’, che era troppo elaborata e poteva fornire ambiguità rispetto agli obiettivi della Bce”. In questo modo la Bce intende sottolineare che il target del 2% “non è un sigillo”. La nuova strategia, assicura Lagarde, è stata approvata “all’unanimità”.
E nella strategia della Bce entra anche uno dei punti che più stanno a cuore alla presidente Lagarde: quello del clima. La Bce punta ad accelerare sulla sostenibilità, in particolare attraverso lo sviluppo di nuovi modelli e la conduzione di analisi teoriche ed empiriche “per monitorare le implicazioni dei cambiamenti climatici e delle relative politiche per l’economia, il sistema finanziario e la trasmissione della politica monetaria attraverso i mercati finanziari e il sistema bancario a famiglie e imprese”, segnala l’Eurotower. Proprio di clima Lagarde parlerà insieme agli atri governatori delle banche centrale – tra cui quello della Fed Jerome Powell – e i ministri delle Finanze del G20 alla conferenza sul clima in programma venerdì a Venezia.
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