Euro 2020, Verratti accende Italia-Inghilterra: “Rigore di Sterling generoso”

L'Europeo di Marco Verratti è stato una corsa vissuta tutta d'un fiato. Dall'infortunio di inizio maggio, con la maglia del Psg, che ha messo a repentaglio la partecipazione al torneo, fino al recupero lampo che gli ha permesso di far parte del gruppo.

Marco Verratti (Foto LaPresse/Marco Alpozzi)

TORINO – L’Europeo di Marco Verratti è stato una corsa vissuta tutta d’un fiato. Dall’infortunio di inizio maggio, con la maglia del Psg, che ha messo a repentaglio la partecipazione al torneo, fino al recupero lampo che gli ha permesso di far parte del gruppo. Dall’esclusione programmata nelle prime due partite, al rientro in pianta stabile nella formazione titolare. Poi, da quando è tornato a pieno regime, Roberto Mancini non ha mai rinunciato al centrocampista abruzzese. Nonostante l’esplosione di Manuel Locatelli e Matteo Pessina, che a suon di gol e prestazioni hanno trascinato l’Italia soprattutto nelle prime uscite, la titolarità di Verratti non è mai stata in discussione. E non lo sarà nemmeno nella finalissima di Wembley contro i padroni di casa. A cui assisterà in tribuna anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Sarà una finale e ovviamente tutte e due le squadre vorranno vincere – ha evidenziato in conferenza stampa da Coverciano – Chiunque giocherà, sia chi partirà dal primo minuto che chi subentrerà a gara in corso, sono sicuro che disputerà una grande partita: perché la finale di un Europeo è un evento che, purtroppo, non si sa se ricapiterà ancora nell’arco di una carriera”.

La posta in palio è altissima, ma all’indomani del trionfo dell’Inghilterra a tener banco è il rigore fischiato per un contatto su Raheem Sterling, molto contestato dai danesi, e per lo più concesso con due palloni contemporaneamente in campo, che ha permesso a Harry Kane e compagni di risolvere la semifinale ai supplementari. A domanda secca Verratti non si sottrae, con risposta altrettanto diretta. “Fossi stato l’arbitro non avrei fischiato il rigore, penso sia un rigore un po’ generoso. Però è il calcio, fa parte del calcio, può succedere. E’ stato un gol importante”, ha ammesso il regista del Psg, che comunque non è preoccupato dalla pressione di Wembley. “Ci sarà un grande arbitro (l’olandese Bjorn Kuipers, ndr) che farà una grande partita – ha aggiunto – Non penso si faccia condizionare da queste cose, non abbiamo nessun timore per questo”. Anzi, l’Italia conta di trarre vigore e giovamento da una cornice degna di una finale, a maggior ragione dopo un anno e mezzo con gli spalti vuoti o quasi a causa della pandemia. “Molti di noi sono abituati a questo clima, penso che sia qualcosa che darà ancora più forza anche a noi – ha assicurato – Giochiamo una finale di un Europeo in un grande stadio, credo non si possano trovare stimoli maggiori”. Per l’avversario, che non ha mai conquistato un titolo europeo e in bacheca vanta solo un Mondiale, quello vinto in casa del 1966, la sensazione sarà la stessa. “Sono felice di poter affrontare l’Inghilterra, nazionale molto fisica ma con giocatori tecnicamente molto bravi, in uno stadio così prestigioso: sarà una partita che diventerà storica – ha ammesso – Troveremo una grande squadra, giocano in casa loro, sarebbe un sogno poter vincere a Wembley”. A spingere lui e gli altri azzurri ci sarà un paese intero.

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