Le schiave sessuali a pagamento dell’ex premier
“Il fatto storico che noi possiamo tranquillamente esprimere è che il Presidente del Consiglio in carica Silvio Berlusconi usava sistematicamente allietare le proprie serate ospitando a casa propria gruppi di odalische. Schiave sessuali che a pagamento allietavano le sue serate con comportamenti sessualmente orientati. Trascorrevano, qualcuna a scelta, la notte con lui praticando attività sessuali a pagamento. Da questi fatti sono scaturiti due processi conclusi con sentenza passata in giudicato che indipendentemente, dalla soluzione giudiziaria, hanno cristallizzato un fatto storico, le condotte che si svolgevano dal presidente Berlusconi come un consolidato sistema prostitutivo”.
Tutte le donne del presidente
E’ questa la lucida ricostruzione delle notorie vicende che hanno coinvolto il leader di Forza Italia, formulata dal pubblico ministero Tiziana Siciliano nel corso dell’udienza del 18 maggio scorso del processo Ruby Ter. Il processo, in corso a Milano, ha preso il via da alcune dichiarazioni rese nel corso del Ruby Bis, procedimento a carico di Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora. Sul banco degli imputati ci sono 28 persone, tra le quali circa 20 frequentatrici delle “cene eleganti” di Arcore e Karima El Mahroug detta Ruby.
La procura: doni e denaro per pilotare le testimonianze
Le ‘olgettine’ del Cavaliere avrebbero ricevuto doni e denaro per portare al processo, in qualità di testimoni, la versione più gradita al “presidente”. L’accusa per quest’ultimo, pertanto, è di corruzione in atti giudiziari. Se confermata, questa ipotesi consoliderebbe la “fama” di Berlusconi come personaggio uso a influenzare i processi, come già nel famoso caso del “lodo Mondadori”. Assente all’udienza di ieri, come di consueto, il Cavaliere.
Le dichiarazioni sulle “cene eleganti”
Nel corso del suo intervento, finalizzato alla formulazione della requisitoria, il pm ha chiesto ai giudici della settima sezione penale del tribunale di Milano di revocare l’ordinanza con la quale, lo scorso novembre, sono state dichiarate inutilizzabili le dichiarazioni rese nel corso dei due processi precedenti dalle giovani che avevano partecipato alle feste private dell’ex premier. Un’ordinanza che potrebbe avere effetti negativi per l’accusa sia per il reato di falsa testimonianza che per quelli di corruzione in atti giudiziari.
“In quelle ville si consumava qualcosa di medievale”
Una situazione “incredibile”. Tra Palazzo Grazioli, Villa Certosa, Villa San Martino “si consumava qualcosa di medievale, di boccacesco, quotidianamente, in maniera moralmente discutibile. Minorenni sì, minorenni no, incredibile”. Quanto all’oggetto del processo, ovvero la genuinità delle dichiarazioni rese dai testi nei due precedenti procedimenti, il pm osserva che “le dichiarazioni dei testi ritenute false sono identiche da un punto di vista lessicale.
Le serate “Pigalle”
Le famose cene, preambolo di dopocena ben più hot, erano “normalissime”, espressione usata in egual misura rispetto a conviviali. Conviviali è una scelta lessicale più raffinata. Ci sono persone che hanno reso falsa testimonianza che sono dotate di un buon livello culturale ma ci sono anche straniere che non hanno tutta questa dimestichezza con la lingua italiana”. Un teste, poi, volendo parlare di eventi “burlesque” ha persino sbagliato termine, parlando di serate “Pigalle”.