Silvio Berlusconi e Matteo Renzi sembrano una coppia di sposini cui il passar delle stagioni non sembra ledere la solidità del legame che li unisce. Nella buona e nella cattiva sorte, al governo e all’opposizione: posizione politica sempre condivisa. E c’è da immaginare che abbiano un piano comune per sgonfiare il petto del duo formato da Matteo Salvini e da Luigi Di Maio. I quali si dichiarano pronti ad assumere la guida del paese.
La scommessa di Di Maio e di Salvini sulla durata del governo nascituro
Si giocano tutto: Lega e Cinquestelle sono certi che metteranno in piedi un governo capace di restare in carica per l’intera durata della legislatura. Avendo così a disposizione il tempo necessario, cinque anni, a dare attuazione a quanto propagandato in campagna elettorale ed inserito nel ‘contratto alla tedesca’ che si apprestano a sottoscrivere. In caso di fallimento comprometteranno irrimediabilmente la possibilità di crescere nel numero di consensi e nella fiducia degli italiani per eventuali prossime elezioni politiche. Anzi, se l’opposizione dovesse averla vinta spedendo il governo a casa anzitempo, Salvini e Di Maio dovrebbero abbandonare l’idea di superare la fase politica che vede protagonisti Berlusconi e Renzi. E aspettare tempi migliori, forti di ‘dati anagrafici’ (gli anni vissuti dai due, sommati, sono meno di quelli del cavaliere) che li vedono favoriti a medio termine…
Il ruolo dei responsabili
I numeri in Parlamento ci sono. Il governo di Lega e Cinquestelle gode sulla carta di una discreta maggioranza di parlamentari utile a sostenerlo alla Camera dei Deputati. Mentre al Senato la differenza tra maggioranza e opposizione è molto più ridotta: sette, otto senatori in più per Salvini e Di Maio. Considerato che i ‘cambi di casacca’, ovvero i passaggi dalla maggioranza all’opposizione e viceversa, sono sempre avvenuti ed in numero sempre più cospicuo, non c’è da star tranquilli per grillini e leghisti. Soprattutto se si dovessero ripetere ‘trasferimenti’ le cui motivazioni non sono legate a legittime posizioni politiche bensì a ragioni di interesse personale. In ogni caso saranno loro, i ‘parlamentari scambisti’ a determinare la durata del governo che si appresta ad insediarsi.
La priorità: conservare la poltrona
Ultimo elemento di riflessione riguarda un punto a favore del duo di governo. Molti dei nostri rappresentanti a Montecitorio e palazzo Madama non sono disponibili ad esprimere un voto che metta a rischio la permanenza su quella poltrona che porta in saccoccia un cospicuo gruzzoletto. Il quale, con i tempi che corrono, non è certo poca cosa…
Le armi dell’opposizione Berlusconi – Renzi
Matteo Renzi, segretario di fatto del Pd, ha già detto quel che farà con i suoi senatori e deputati: voterà sempre e comunque contro i provvedimenti che Salvini e Di Maio sottoporranno ai parlamentari. Senza scendere nel merito delle leggi proposte. Berlusconi si è detto invece disponibile a valutare la posizione da tenere caso per caso, fermo restando un secco ‘no’ alla richiesta di fiducia. Ma il cavaliere ha un asso nella manica da poter calare in ogni momento. Il sostegno al governo delle regioni del nord a guida leghista, che rappresentano la forza principale della Lega e di Salvini. Ed è un asso che rappresenta una vera ‘spada di Damocle’ sul futuro della legislatura.