Pedofilia, i vescovi cileni dal Papa. S.Sede: chiariremo responsabilità

AFP PHOTO / Filippo MONTEFORTE in foto Papa Francesco

Città del Vaticano, 12 mag. (LaPresse) – Dopo il faccia a faccia con le vittime degli abusi di padre Fernando Karadima, Papa Francesco si prepara ad affrontare nuovamente i vescovi cileni.

Li ha già incontrati a gennaio a Santiago, durante il suo viaggio apostolico. Ora, dopo le indagini condotte dall’inviato speciale mons. Charles Scicluna e dal reverendo Jordi Bertomeu della Congregazione per la Dottrina della Fede, sono tutti convocati in Vaticano, dal 15 al 17 maggio. Il report che Scicluna gli ha consegnato tra le mani, ha costretto il Pontefice a un rumorosissimo passo indietro su monsignor Juan Barros, accusato con altri di aver insabbiato gli abusi di Karadima, considerato suo ‘padre spirituale’.

“Ho commesso gravi errori nella valutazione e nella percezione della situazione, soprattutto a causa della mancanza di informazioni veritiere ed equilibrate”, aveva scritto Bergoglio l’8 aprile, in una lettera con cui convocava i vescovi a Roma.

A essere ricevuti nell’Auletta Paolo VI dal Papa e dal Prefetto della Congregazione per i Vescovi, card. Marc Ouellet, – “in assoluta confidenzialità” precisa la Santa Sede – saranno 31 vescovi, tra diocesani e ausiliari, e 2 vescovi emeriti. Il Papa condividerà con loro le conclusioni tratte dalla missione speciale e dalle testimonianze delle vittime ricevute nelle scorse settimane per stabilire le responsabilità “di tutti e di ciascuno” in queste “ferite devastanti”, e studiare cambiamenti “adeguati e duraturi” che impediscano che questi “atti riprovevoli” si ripetano. “Il Santo Padre – scrive il Vaticano – richiamato dalle circostanze e dalle sfide straordinarie poste dagli abusi di potere, sessuali e di coscienza che si sono verificati in Cile negli ultimi decenni, ritiene necessario esaminare approfonditamente le cause e le conseguenze, così come i meccanismi che hanno portato in alcuni casi all’occultamento e alle gravi omissioni nei confronti delle vittime”.

In un Paese come il Cile, in cui la Chiesa perde fedeli di anno in anno, per il Vaticano è “fondamentale ristabilire la fiducia attraverso dei buoni pastori che sappiano accompagnare la sofferenza delle vittime e lavorare in modo determinato e instancabile nella prevenzione degli abusi”.

di Maria Elena Ribezzo

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