MILANO – Joe Biden vuole ridisegnare il volto delle infrastrutture degli Stati Uniti investendo 2 trilioni di dollari, e si aspetta che a pagare siano le imprese. Dopo il maxi pacchetto di aiuti da 1,9 trilioni di dollari per la ripresa dalla crisi generata dalla pandemia di coronavirus, che secondo le stime degli economisti potrebbe spingere la crescita oltre il 6% quest’anno, quello che il presidente Usa lancia dalla Pennsylvania è un maxi piano di portata epocale simile a quella del New Deal di Franklin Delano Roosevelt. Due trilioni di dollari in otto anni per ponti, strade, trasporti pubblici, come pure stazioni di ricarica di veicoli elettrici. Un modo anche per compiere lo ‘shift’ del Paese dai combustibili fossili all’energia pulita. Per finanziare il tutto, un aumento della tassazione delle imprese, che passerebbe al 28% dal 21% fissato nel 2017 dall’amministrazione Trump.
Il lancio del piano
La scelta di Pittsburgh per il lancio è altamente simbolica. Qui Biden lanciò la sua campagna nel 2019 e qui ha vinto, nella città famosa per le acciaierie che hanno trainato l’ascesa industriale Usa ma capace di rinnovarsi, visto che ultimamente si è orientata verso tecnologia e settore sanitario, attirando eccellenze della Pennsylvania occidentale. Biden intende evitare che le società si spostino oltreoceano per bypassare la tassazione. Il democratico vuole una tassa minima globale del 21%, nonché una modifica grazie alla quale le aziende non possano evitare la tassazione spostando la propria sede fiscale o tramite la fusione con società straniere. E prevede anche un aumento dei controlli alle imprese da parte dell’Irs, l’agenzia per la riscossione dei tributi.
Milioni di posti di lavoro
Milioni di posti di lavoro potrebbero scaturire dal piano, secondo la Casa Bianca. Ma l’intenzione di finanziare i progetti di infrastrutture con una tassazione più alta alle aziende rischia di scontrarsi con una feroce resistenza da parte del mondo degli affari. E rischia di mettere a repentaglio ogni tentativo Dem di lavorare con i parlamentari repubblicani. Il Business Roundtable, gruppo di ceo, sottolinea per esempio che preferirebbe finanziare le infrastrutture con imposte degli utenti, come per esempio i pedaggi.
Le tempistiche
Biden spera nell’approvazione del piano entro l’estate, il che potrebbe implicare di fare affidamento solo sulla risicata maggioranza democratica a Camera e Senato. La posta in gioco è alta. La parte più consistente della proposta di Biden è quella di 621 miliardi di dollari per le infrastrutture come ponti e trasporti pubblici. Altri 111 miliardi di dollari andrebbero per la sostituzione di tubi idrici e il rinnovo di fognature. Lo stanziamento per la banda larga, invece, sarebbe di 100 miliardi di dollari. Altri 100 miliardi di dollari servirebbero al rinnovo della rete elettrica, per garantire consegne di energia pulita.
Sono previsti inoltre ammodernamento di case e scuole, nonché di ospedali. È uno sforzo anche di competere con tecnologia e investimenti pubblici della Cina. Poi, nelle prossime settimane, Biden lancerà un’altra proposta ancora: una serie di investimenti per ‘infrastrutture soft’. Circa 2 trilioni di dollari per assistenza all’infanzia, detrazioni fiscali alle famiglie e altri programmi domestici, finanziati stavolta dall’aumento delle imposte ai più benestanti.
(LaPresse/AP)