KIEV – Un anno dopo le contestate elezioni in cui il leader autoritario Alexander Lukashenko è stato confermato alla presidenza della Bielorussia per il sesto mandato, migliaia di persone sono state incarcerate per aver preso parte alle proteste, esponenti dell’opposizione e giornalisti sono detenuti o fuggiti in esilio, le proteste popolari sono pressoché impossibili da organizzare. L’esito delle elezioni del 9 agosto 2020 era stato contestato dall’opposizione, dichiarata sconfitta. La leader, Sviatlana Tsikhanouskaya, resta in esilio, da cui continua a denunciare l’illegittimità dell”ultimo dittatore d’Europa’ e la repressione contro la popolazione. L’Occidente non ha riconosciuto l’esito del voto e ha imposto sanzioni a Minsk, accusandola sia di brogli sia di repressione.
Le manifestazioni pacifiche seguite al voto portarono in piazza fino a 200mila persone e proseguirono per mesi. Un anno dopo, nell’ambito della stretta contro il dissenso è avvenuto il dirottamento di un aereo commerciale a Minsk, dove è stato arrestato un giornalista dissidente a bordo, Raman Pratasevich. Nelle ultime settimane, Lukashenko per ritorsione contro l’Occidente ha poi spinto migliaia di migranti verso il confine con la Lituania, ha denunciato Vilnius. Un altro capitolo si è svolto alle Olimpiadi, dove la velocista Krystsina Tsimanouskaya ha denunciato di temere rappresaglie al ritorno nel suo Paese, dopo aver criticato gli allenatori, e ha otteuto asilo in Polonia.
Nel frattempo, Minsk ha alzato il livello di repressione contro i giornalisti indipendenti, gli attivisti della società civile e altri che considera sleali. Lukashenko ha parlato di “operazione di ripulitura” sociale. I giornalisti bielorussi in carcere sono 29, scontando condanne o in attesa di processo. Più di 50 ong affrontano chiusure, tra cui l’Assocazione dei giornalisti e il Pen Center, associazione guidata da Svetlana Alexievich, premio Nobel per la letteratura nel 2015. In questo quadro, Minsk fa affidamento sul sostegno politico e finanziario della Russia, che ha fornito un prestito di 1,5 miliardi di dollari e condannato le sanzioni occidentali.
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