MILANO – Conto alla rovescia per la revisione della manovra finanziaria. Entro il 13 novembre prossimo l’Italia dovrà rivedere la legge di Bilancio nel rispetto del Patto di stabilità, come sollecitato dall’Unione europea. Il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici attende il Paese al varco, ma il Governo ha reso nota la disponibilità al dialogo con l’Europa.
Il deficit al 2,4 per cento fa discutere l’Unione europea
Il braccio di ferro tra Italia e Ue è dovuto alla scelta di portare il deficit al 2,4% del Prodotto interno lordo. C’è il rischio che il deficit possa aumentare se le previsioni di crescita del Governo non si verificassero. Il ministro Giovanni Tria non nasconde la diversità di vedute con l’Ue, ma ha anche sottolineato che “questo non significa che non si possa avere un dialogo costruttivo tra Commissione Ue e Italia”.
L’Ue sostiene la necessità di un disavanzo inferiore
L’Unione europea non intende accettare un disavanzo superiore all’1,6% del Pil. L’Italia potrebbe essere sanzionata, e il Governo potrebbe essere costretto ad una manovra correttiva a gennaio per un ammontare di 18 miliardi di euro. Non solo. Se il Governo dovesse osservare anche la regola del debito, la correzione finanziaria ammonterebbe a 60 miliardi di euro.
Il commissario Moscovici contrario alle sanzioni
Sulla possibilità di sanzioni all’Italia è intervenuto Moscovici: “Non sarò mai in favore delle sanzioni” perchè sono “un fallimento per il Paese e per le regole”, ha detto il commissario europeo, che ha poi aggiunto – le regole possono essere interpretate e sono sempre stato un sostenitore di una certa flessibilità, perché penso che non dobbiamo avere un approccio rigido. Ma un conto è essere flessibili, un altro conto è andare contro le regole”.