Biodiversità: una parola da conoscere, una condizione da preservare nella maniera più assoluta. Consiste nell’armoniosa coesistenza in uno stesso ecosistema di diverse specie animali e vegetali. Una convivenza pacifica e virtuosa grazie alla quale si viene a formare un equilibrio indispensabile alla salute del Pianeta, e che si basa sulle reciproche relazioni di piante e animali. Preziosa soprattutto per l’ambiente marittimo.
“La biodiversità marina è una ricchezza inestimabile che il Mar Mediterraneo può vantare”, ha dichiarato in una nota il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ieri, in occasione della giornata mondiale della balene. “Un appuntamento che ci consente di ricordare l’importanza di continuare a lavorare per preservare la vita dei cetacei nei nostri mari”. La minaccia dell’inquinamento e del conseguente riscaldamento globale che la Terra e tutti i suoi ecosistemi stanno vivendo incombe però su questo armonioso equilibrio naturale. “I cambiamenti climatici e l’inquinamento, in particolare quello da plastica, e il traffico marino, mettono seriamente a repentaglio la biodiversità. È quindi necessario continuare a lavorare per ridurre gli impatti causati dalla presenza di materiali inquinanti nei nostri mari, e dedicare un’attenzione particolare affinché le rotte di navigazione non incrocino quelle dei cetacei”.
Sull’argomento, l’attenzione in Italia è molto alta. Il nostro Paese, con i suoi 7.456 chilometri di costa, ha a cuore l’argomento. Ogni mare è uno scrigno da preservare. Come il Mar Ligure, in cui è presente una delle più alte concentrazioni di balene e delfini del Mediterraneo: ben 8 specie di cetacei tra i quali anche l’imponente balenottera comune. Forte di questa consapevolezza, si sottolinea l’importanza di aree protette come Santuario dei Cetacei, che attualmente si estende per circa 90.000 km² tra Francia e la Sardegna comprendendo anche la Corsica e l’arcipelago toscano.
Il ministro Costa ha quindi sottolineato l’importanza di campagne come quelle avviate nel 2018 e 2019 da Guardia Costiera e FAI (Fondo Ambiente Italiano) per mitigare il disturbo ai cetacei arrecato dalle imbarcazioni. Provvedimenti che non possono essere rimandati. Il ministero dell’Ambiente ha quindi annunciato che, dal 21 al 25 febbraio prossimo, sarà impegnato in una missione presso il centro CNR delle isole Svalbard, nel Mar Glaciale Artico: “Un luogo che per secoli è stato base internazionale per la caccia alle balene, ed il cui simbolo oggi è l’orso polare, da quando ne è stata proibita la caccia. Lì, grazie al supporto e al carico di esperienza dei ricercatori del CNR, raccoglieremo dati preziosi sugli ultimissimi studi dedicati agli effetti dei cambiamenti climatici”, ha concluso Costa.