Roma (LaPresse) – Dalle prime luci dell’alba è in corso una vasta operazione della Polizia di Stato di Crotone nei confronti di numerosi soggetti appartenenti alle famiglie di ‘ndrangheta di Isola di Capo Rizzuto, Crotone e Petilia Policastro. Sono accusati di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione, tentata rapina, incendio. Ed anche porto e detenzione illegale di armi e munizioni e illecita concorrenza con minaccia aggravata dal metodo mafioso.
I poliziotti della Squadra Mobile, del Servizio Centrale Operativo, con il supporto delle Squadra Mobili di Catanzaro, Taranto, Mantova e dei reparti Prevenzione Crimine di Cosenza, Vibo Valentia e Siderno, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno arrestato quindi diversi esponenti di spicco della criminalità organizzata crotonese. Pronti a dare inizio ad una nuova guerra di mafia con la pianificazione di omicidi, per il controllo del territorio. Ulteriori dettagli saranno resi noti nel corso della conferenza stampa che si terrà alle ore 11 presso la Procura di Catanzaro.
A giugno confiscati al clan Arena beni per 350 milioni, tra cui anche un parco eolico a Isola Capo Rizzuto
La guardia di finanza di Catanzaro ha confiscato beni per un valore di circa 350 milioni di euro a Pasquale Arena. Nipote del capoclan Nicola e fratello di Carmine Arena, ucciso a colpi di bazooka in un agguato mafioso nell’ottobre del 2004. L’uomo era già stato colpito da un provvedimento di sequestro. Che aveva interessato anche il parco eolico ‘Wind Farm’ di Isola Capo Rizzuto (Crotone). Le indagini svolte dalle fiamme gialle hanno consentito di ricondurre la realizzazione del parco eolico alla cosca degli Arena. E di accertare che Pasquale Arena, funzionario del Comune, in qualità di gestore degli affari del clan, ne avesse curato gli interessi economici.