TRAPANI – Continua senza sosta la caccia al boss mafioso Matteo Messina Denaro. E nella notte è stato inferto un altro duro colpo al latitante siciliano. Le forze dell’ordine stanno infatti lavorando ai fianchi del latitante nel tentativo di interrompere una fuga silenziosa iniziata ormai 25 anni fa.
L’operazione
Nelle scorse settimane fu effettuato un maxi sequestro capace di danneggiare e non poco il patrimonio del boss mentre stanotte i carabinieri sono scesi in campo colpendo alcuni dei suoi favoreggiatori. Sono stati i militari dell’Arma di Castelvetrano ad effettuare un blitz contro una delle reti di seguaci di Messina Denaro che si è sostanziato in diverse perquisizioni. Ben 25 in totale che hanno portato al fermo di un uomo: si tratta di un esponente di spicco di Cosa nostra della zona di Mazara del Vallo. Quest’ultimo è indagato per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale.
Si tratta come detto di una delle operazioni finalizzate alla cattura di Matteo Messina Denaro, considerato il ‘figlioccio’ di Totò Riina e latitante dal lontano 1993. Sulla sua persona pende ancora una condanna all’ergastolo per le stragi di Firenze, Roma e Milano.
Fermo per un imprenditore
I carabinieri non si sono fermati soltanto a Castelvetrano ma hanno proseguito con blitz anche in altri Comuni del Trapanese, nello specifico Campobello di Mazara, Salemi, Santa Ninfa e Marsala. Durante l’operazione notturna la procura di Palermo ha fatto scattare anche un provvedimento di fermo nei confronti del rampollo di una delle famiglie più fedeli al boss latitante. Si tratta dell’imprenditore Matteo Tamburello, figlio di Salvatore che è considerato dagli inquirenti il consigliere dei vertici della famiglia mafiosa. Sarebbe questo infatti il ruolo emerso dalle intercettazioni da parte delle forze dell’ordine. Che proseguiranno, senza sosta, fino alla definitiva cattura del boss.