Sulla sua bacheca social ha chiuso i commenti, ma sotto al post di Attilio Albachiara, Gino Sorbillo ha scritto tanto e lo ha fatto usando toni forti.
Alla tesi della bomba non diretta alla sua pizzeria, ma ad un cittadino che abitava vicino al locale, non crede affatto. Lo ritiene impossibile. E chi lo ha accusa di “strumentalizzare la camorra”, una signora di nome Adriana Avallone, ha destinato frasi non proprio gentili (è il caso di dirlo: con perfino una leggere ombra sessista): “Non mi meraviglio che eri tu – ha digitato il pizzaiolo napoletano – Io sono stato nell’Arma dei carabinieri. Sono dell’idea che i maschi devono fare i maschi e le femmine devono fare le femmine, anche se per qualcuna è difficile… Fate le pizzette che è meglio. E’ un consiglio”.
In casi come questo, quando l’episodio sfocia nel main-stream, la linea che divide chi subisce la criminalità organizzata, ed è costretto ad indossare i panni della vittima, e chi, invece, cerca di ‘cavalcare l’onda del vittimismo’ è sottilissima. E nella discussione che fisiologicamente si innesca nei bar, nelle piazze o sui social è altrettanto naturale che ci sia chi vede in Sorbillo non un taglieggiato, un uomo d’affari messo alla corda dai clan, ma un imprenditore pronto a far leva sull’attentato che ha colpito la propria struttura (al di là se sia stato lui o meno il destinatario).
Ma la circostanza, a quanto pare, ‘disturba’ Sorbillo. La discussione lo infastidisce a tal punto da imbavagliare (solo sui social, per carità) chi la pensa diversamente da lui. Però nella vita c’è chi può e chi non può. Un po’ come la massima del ‘Marchese del Grillo’: io so’ io e voi… E Srobillo è Sorbillo. E così, bavagli-web agli altri a parte, lui è pronto ad usare tutti i megafoni che gli vengono concessi. A Radio Crc ha parlato dell’episodio: “Non trovo normale che questi ragazzi abbiano pensato, quella notte, di gettare una bomba all’interno di un balcone, all’interno del quale è rimbalzata e caduta nel mio locale. Per me ciò che conta è la considerazione delle persone che stimo. Ho dato forza, direttamente ed indirettamente, ai commercianti. Non siamo secondi a nessuno. Piano piano ho cercato di fare rete con gli ultimi, facendo capire che era possibile fare delle attività commerciali. Sono un pizzaiolo di strada, vivo il territorio, e ciò che chiedo è una bonifica dei vicoletti della città, attraverso una maggiore presenza. Bisognerebbe video-sorvegliare tutte le strade di serie B, all’interno delle quali si annidano i problemi”.