È stato pubblicato il quarto rapporto “Lo stato delle bonifiche dei siti contaminati in Italia”, un documento che fornisce un quadro aggiornato e dettagliato delle attività di risanamento ambientale su tutto il territorio nazionale. L’analisi si basa sui dati trasmessi dalle Regioni e dalle Agenzie per la protezione dell’ambiente, raccolti e sistematizzati nella banca dati MOSAICO, con informazioni aggiornate al 1° gennaio 2024.
Un sito si definisce “contaminato” quando la presenza di sostanze inquinanti nel suolo, nel sottosuolo o nelle acque sotterranee supera le concentrazioni soglia di rischio, rappresentando un pericolo per la salute umana e per l’equilibrio degli ecosistemi. I procedimenti di bonifica sono percorsi amministrativi e tecnici volti a eliminare o ridurre tali contaminanti a un livello di sicurezza accettabile.
Dal censimento nazionale emergono dati significativi: sono attualmente in corso ben 16.365 procedimenti di bonifica, mentre 22.191 risultano già conclusi. Questi numeri testimoniano da un lato la vastità del problema legato all’eredità industriale e all’inquinamento storico, dall’altro l’impegno costante delle istituzioni nel recuperare e restituire i territori alle comunità.
Il rapporto ha approfondito in particolare un sottoinsieme di 17.406 procedimenti, considerati più rilevanti dal punto di vista ambientale. Si tratta dei casi che hanno superato una fase cruciale dell’iter: l’approvazione del “piano di caratterizzazione”. Questo piano è il documento tecnico che definisce le indagini da svolgere per mappare con precisione l’area inquinata, identificando natura ed estensione della contaminazione. La sua approvazione segna l’avvio della fase operativa del risanamento.
I siti oggetto di bonifica sono estremamente eterogenei: si va da grandi aree industriali dismesse, come acciaierie, raffinerie o poli chimici, a discariche abusive, passando per punti vendita di carburante con serbatoi che perdono e terreni agricoli inquinati da un uso scorretto di fitofarmaci. Ogni sito richiede un approccio su misura, con tecnologie di bonifica specifiche e un monitoraggio costante.
Il numero elevato di procedimenti ancora aperti sottolinea le sfide che l’Italia deve affrontare. Le difficoltà sono spesso di natura burocratica, tecnica ed economica, e possono rallentare il completamento degli interventi. Il monitoraggio continuo, garantito da strumenti come la banca dati MOSAICO, sarà quindi fondamentale per orientare le future politiche ambientali, allocare le risorse in modo più efficiente e accelerare la restituzione di queste aree, finalmente sicure e riqualificate.



















